Opera Roma, Michele Mariotti: "Teatro sia specchio della realtà in cui viviamo"
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
28
Gio, Mar

Opera Roma, Michele Mariotti: "Teatro sia specchio della realtà in cui viviamo"

Spettacoli
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

"Vogliamo ridare al teatro la sua identità, la sua missione culturale e far sì che noi artisti possiamo riacquisire il nostro compito di testimoni e profeti". Così il nuovo direttore musicale del Teatro dell'Opera di Roma, Michele Mariotti, spiega all'Adnkronos il suo obiettivo per il nuovo incarico che assumerà a partire da novembre 2022, parlando di "motivazioni personali altissime.

alternate text

 

La prima cosa che non mi ha dato nemmeno troppo tempo per riflettere e accettare l'incarico - spiega Mariotti - è la convinzione del senso di squadra, a partire dalla dirigenza fino alla parte tecnico-artistica del Costanzi, che ci porta a delineare un cammino comune".

Mariotti, nella dichiarazione che accompagna il comunicato della sua nomina, ha già detto di volere riflettere sul nostro presente attraverso titoli d'opera che raccontano passioni e sentimenti che animano molte delle violenze raccontate oggi dalla cronaca. "Il teatro non può essere scollegato dalla realtà in cui è immerso - osserva il maestro marchigiano - la realtà in cui viviamo ci cambia, ci condiziona e il teatro deve diventarne lo specchio più fedele. Infatti nei titoli scelti per il mio cammino romano si parla di questa realtà, da 'Dialogues des Carmélites' di Poulenc, dove si racconta il fanatismo politico, a storie di sopraffazione come 'Suor Angelica' di Puccini, 'Il castello del Duca Barbablù' di Bartók e 'Il prigioniero' di Dallapiccola. Ma anche il divertimento, l’ironia e la gioia di vivere, come ci suggeriscono l’'Heure espagnole' di Ravel o 'Gianni Schicchi' di Puccini".

Insomma, nelle scelte dei prossimi cartelloni "il filtro internazionale sarà molto evidente così come la presenza del cosiddetto repertorio, da Puccini e Verdi al 900 italiano, fino al teatro tedesco di Wagner e Strauss e a nuove composizioni appositamente commissionate che ci parlino del nostro mondo. Vogliamo ridare al teatro la sua identità culturale che non è intrattenere o compiacere con il conosciuto, ma fare riflettere, pensare o anche irritare e sconvolgere. Il teatro deve muovere sensazioni forti, che poi è quello che ha sempre fatto l'opera. Bisogna cercare di rispecchiare fedelmente il nostro mondo, è questa la missione del teatro", spiega Mariotti, sottolineando che il suo obiettivo di direttore musicale dell'Opera di Roma "è dirigere tre titoli all'anno oltre, ovviamente, alle contingenze che possono capitare".

Affollatissimo il carnet di impegni di Michele Mariotti che da qui a novembre tornerà sul podio dell'Opera di Roma per "la 'Luisa Miller' di Verdi che è stata fatta in forma di concerto (a causa delle restrizione della pandemia, ndr) e finalmente, con grande gioia perché è un'opera meravigliosa e molto poco eseguita, tornerà in forma scenica. Adesso sono a Bologna perché il 21 per la Giornata della Musica farò un concerto al Comunale. Poi a settembre a Vienna per la nuova produzione del 'Barbiere di Siviglia' e a ottobre al Festival Parma per il 'Simon Boccanegra', poi alcuni concerti sinfonici in Europa, e l'inaugurazione del San Carlo di Napoli con 'Otello'. Dopo avere debuttato in 'Falstaff' a dicembre scorso alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera - conclude - posso dire che questo per me è l'anno della maturità verdiana".

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.