Mentre si tenta di uscire dal tunnel del Covid, c'è chi entra in una spirale dalla quale non riuscirà a districarsi: è il signor Joseph K protagonista del 'Processo' di Franz Kafka, uno dei romanzi più significativi ed emblematici del Novecento, ora riadattato per la versione teatrale che vede nei panni del protagonista Ruben Rigillo, assieme a Vincenzo Failla e Mario Scaletta per la regia di Anna Masullo, per una produzione targata Ubik e Teatro Stabile del Giallo, fino al 14 novembre in scena al teatro Ciak di Roma, riaperto dopo un anno e mezzo di forzata chiusura per la pandemia.
"Se il teatro è lo specchio della società - osserva il direttore artistico del Ciak, Michele Montemagno - non potevamo che ripartire, dopo un lungo periodo che potremmo definire 'kafkiano', con un caposaldo della letteratura del Novecento quanto mai attuale, in cui il protagonista è accusato di un crimine inespresso, arrestato e costretto a subire un assurdo processo per un fatto giudiziario che si aggroviglia in nodi inestricabili e paradossali".
Montemagno spiega che "assuefatti da mesi passati esclusivamente su piattaforme televisive e digitali, pensiamo che sia fondamentale portare in scena uno spettacolo che affronta importanti tematiche attuali che riguardano l'essere umano, con un linguaggio classico da commedia noir moderna, all'apparenza un vero e proprio legal thriller, che terrà lo spettatore inchiodato ad assistere alle vicende assurde di Joseph K".
(di Enzo Bonaiuto)