Tokyo 2020, taekwondo: Dell'Aquila primo oro italiano
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25
Gio, Apr

Tokyo 2020, taekwondo: Dell'Aquila primo oro italiano

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Vito Dell'Aquila ha vinto la prima medaglia d'oro italiana nel taekwondo (cat. 58 kg) ai Giochi di Tokyo 2020. L'azzurro ha superato in rimonta 16-12 il tunisino Mohamed Khalil Jendoubi. E' la prima medaglia d'oro italiana ai Giochi giapponesi. Una sfida molto combattuta che si è risolta nel finale.

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Il tunisino parte meglio e passa avanti 5-0, poi un break di 2 punti dell'azzurro che chiude sotto 5-2 il primo round. Poi si passa al 7-6 sempre per il tunisino nella seconda frazione, fino al 9-8 che chiude il round. Tutto cambia nel terzo e finale round, dove Dell'Aquila dopo aver raggiunto l'avversario sul 10-10 passa a condurre per chiudere 16-12.

L'atleta pugliese si è imposto in semifinale sull'argentino Lucas Guzman per 29-10. L'azzurro ha superato 26-13 l'ungherese Omar Salim agli ottavi di finale e il thailandese Ramnarong Awekwiharee ai quarti (37-17).

"Questo oro è dedicato a mio nonno, che non c'è più da un mese e stasera mi guardava da lassù: ero certo che avrei vinto". Queste le prime parole di Vito Dell'Aquila dopo la vittoria.

"Ho vissuto molto male il 2020, un anno senza obiettivi, tutto andava storto. Qui ho ritrovato me stesso. Ora che ho la medaglia al collo, posso dire che quest'Olimpiade è andata più che bene", ha aggiunto Dell'Aquila. L'azzurro come Carlo Molfetta è nato a Mesagne. "Non c'è nessun segreto, solo tanto lavoro. Abbiamo un grande maestro, Roberto Baglivo, e poi la grinta di noi del sud. La mia famiglia è umile e mi ha insegnato a lottare per i miei sogni. L'incontro oggi è stato equilibrato, poteva vincere anche il tunisino. Ma in questi tredici anni mi sono fatto un mazzo tanto, dalla sera alla mattina pensavo solo al taekwondo, ho fatto tanti sacrifici. Sono onorato di essere il primo medagliato italiano nato negli anni 2000", ha concluso Dell'Aquila.
Chi è, la carriera
Il primo oro olimpico dell'Italia a Tokyo ha solo venti anni ma una storia sportiva già importante che lo ha visto conquistare un bronzo mondiale e un bronzo europeo e che trova a Tokyo la sua consacrazione. Nasce a Mesagne il 3 novembre 2000 e inizia a praticare il taekwondo a 8 anni, grazie al papà che amava le arti marziali. A Mesagne c'era la palestra di Roberto Baglivo, il maestro di un certo Carlo Molfetta, anche lui di Mesagne, campione olimpico della categoria 80kg a Londra 2012 e idolo di Dell'Aquila che ora riesce ad eguagliare. Con questi riferimenti a indicargli la strada, Vito cresce subito e nel 2014 vince i Campionati italiani e poi i Mondiali cadetti, dimostrando di essere un talento clamoroso.

Alza subito l’asticella e ai Mondiali di Muju, a soli 17 anni, fa un cammino meraviglioso, stupendo soprattutto per la sua capacità di reggere la pressione in così giovane età. Arriva in semifinale e affronta uno dei migliori atleti dei 54 kg, l’iraniano Armin Hadipour, esce sconfitto ma conquista uno splendido bronzo. Agli Europei di Kazan 2018 riesce a ottenere un altro bronzo, attestandosi in questo modo ad alti livelli in maniera costante. Agli ultimi Mondiali disputati prima della pandemia, quelli di Manchester del 2019, prende una brutta scoppola agli ottavi contro il coreano Bae Jun-Seo e suona un campanello d’allarme, che si sente ancora più forte in relazione al fatto che a Tokyo Vito deve partecipare alla categoria superiore rispetto a quella in cui è esploso, passando dalla 54 kg alla 58 kg.

Vito Dell’Aquila si impegna, ma agli Europei di Sofia il fisico non si è ancora adattato alla nuova categoria e si capisce subito, venendo eliminato agli ottavi di finale dal britannico Mason Yarrow. L'unica vera soddisfazione di questi ultimi due anni, al netto del Covid che ne ha ancora di più frenato il cammino, è il pass per Tokyo 2020, ottenuto accedendo alla semifinale del Grand Prix Final disputata a Mosca. Un pass che gli ha spalancato le porte di Tokyo dove ha coronato il suo sogno a cinque cerchi.

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.