Giovedì scorso i deputati della Commissione Europea hanno anticipato le proprie richieste in merito alla proposta di legge sul diritto alla riparazione da parte dei consumatori, prevista entro la fine dell'anno.
La richiesta alle aziende produttrici di device tecnologici è di realizzare dispositivi che durino più a lungo, e che garantiscano una riparazione sicura con parti accessibili e intercambiabili. Inoltre, il Parlamento sostiene che il diritto del consumatore dovrebbe includere il pieno accesso alle informazioni sulla riparazione e manutenzione dei beni acquistati. Si è discusso anche dell'obsolescenza del software, e del fatto che gli aggiornamenti dovrebbero essere garantiti per un periodo minimo da dichiarare al momento dell'acquisto. Tutte le pratiche che limitano le possibilità di riparare un prodotto tecnologico dovrebbero essere considerate sleali e vietate sul territorio della UE. Il testo non legislativo è stato approvato con 509 voti favorevoli, tre contrari e 13 astensioni. Secondo un sondaggio condotto da Eurobarometro nel 2020, il 79 per cento dei cittadini europei ritiene che i produttori dovrebbero essere obbligati a semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione delle singole parti. Il 77 per cento preferirebbe poter riparare i propri device anziché sostituirli. Si stima che nel 2019 siano state smaltite 53 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici.