Fire Emblem Warriors: Three Hopes, la recensione
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
18
Gio, Apr

Fire Emblem Warriors: Three Hopes, la recensione

Tecnologia
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Nessuna serie come Dynasty Warriors di Koei Tecmo ha generato così tanti spin-off: questa formula di combattimenti di massa sembra poter essere virtualmente applicata a qualsiasi franchise, e in casa Nintendo è successo sia con The Legend of Zelda che con Fire Emblem.

alternate text

 

Sembrava difficile adattare uno strategico a turni alle battaglie spacca-tasti dei Warriors, ma già nel 2017 con il primo Fire Emblem Warriors il risultato era stato soddisfacente, permettendo agli eroi di diversi episodi della lunghissima saga Nintendo di ritrovarsi in un unico titolo corale. Fire Emblem Warriors: Three Hopes, invece, prende in esame l'ambientazione e i protagonisti di un solo gioco di Fire Emblem, l'ultimo uscito su Switch: Three Houses. Ci troviamo in una realtà parallela nella quale i tre capi delle case dell'accademia di Three Houses sono diventati reggenti dei loro rispettivi regni, e il protagonista di quella storia, Byleth, è il nostro arcinemico. Nei panni di un eroe o di un'eroina dovremo allearci con gli altri eroi per mettere fine alla minaccia che punta a distruggere il continente del Fodlan.

La struttura di Fire Emblem Warriors: Three Hopes è la solita: impersonando uno degli eroi disponibili, che aumentano col progredire della storia, dovremo farci strada tra centinaia di nemici facendo fuori soldati e ranghi superiori sino a conquistare i vari territori e spostarsi alla zona successiva. Ogni personaggio ha le sue mosse speciali, combo devastanti e abilità particolari. Alla formula classica vengono aggiunti due elementi tipici di Fire Emblem: la morte definitiva degli alleati in battaglia in caso di KO, che può anche essere disattivata all'inizio del gioco per rendere l'esperienza più facile, e il famoso triangolo delle armi, secondo il quale la spada batte l'ascia che batte la lancia che batte la spada. Si tratta di due singoli aspetti che fanno davvero la differenza, accendendo nei fan di Fire Emblem vecchi ricordi e differenziando a sufficienza questo Three Hopes dagli altri Warriors.

Three Houses è uno dei migliori Fire Emblem di sempre, e non può non far piacere rivedere sugli schermi di Switch personaggi come Edelgard, Dimitri e Claude. Tuttavia, la storia non è assolutamente ai livelli dell'originale e anzi a tratti appare confusa e inconsistente. Il vero problema del gioco, tuttavia, risiede nella realizzazione tecnica. Centinaia di personaggi a schermo, esplosioni, mosse pirotecniche: c'è tutto, ma sbiadito e a tratti sotto i 30fps, con un motore grafico che denuncia tutti i suoi anni e non offre nessuna miglioria rispetto al capitolo precedente. La realizzazione tecnica non compromette la giocabilità, tuttavia, che resta quella forsennata e gradevole tipica dei Warriors. Se siete fan di entrambe le serie non c'è nulla da aggiungere: il gioco è discreto e riesce a intrattenere. Altrimenti, non c'è dubbio: Fire Emblem ha visto giorni migliori.

Formato: Switch Editore: Nintendo, Koei Tecmo Sviluppatore: Omega Force, Intelligent Systems Voto: 7/10

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.