Qatargate, accolto rinvio udienza al 3 gennaio per figlia Panzeri
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
03
Ven, Mag

Qatargate, accolto rinvio udienza al 3 gennaio per figlia Panzeri

Cronaca
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - I giudici della seconda sezione penale della corte d'appello di Brescia hanno concesso per Silvia Panzeri il "rinvio al fine di ottenere dal Belgio informazioni sulle condizioni carcerarie a cui verrebbe a trovarsi l'imputata" alla luce di episodi di criticità registrati in alcuni istituti carcerari belgi in riferimento al sovraffollamento. 

alternate text

 

Per la giustizia belga l'ex europarlamentare del Pd e poi di Articolo 1 è componente di "un'organizzazione criminale" che sarebbe finanziata da Marocco e Qatar, e la figlia (come la madre Maria Dolores Colleoni, anche lei ai domiciliari) "sembra essere pienamente consapevoli delle attività" del padre e sembra "persino partecipare nel trasporto dei 'regali' dati al Marocco da A.A., ambasciatore del Marocco in Polonia" come si legge nel mandato firmato dal giudice Michel Claise.  

L'udienza per la decidere sulla consegna al Belgio è stata fissata per il 3 gennaio alle 10. 

LA DIFESA - "Siamo soddisfatti, i giudici della seconda sezione della corte d'appello di Brescia hanno accolto la nostra istanza e concesso un rinvio al 3 gennaio" dice Angelo De Riso che insieme all'avvocato Nicola Colli difende Silvia Panzeri, figlia dell'ex eurodeputato del gruppo S&D Pier Antonio Panzeri, arrestato a Bruxelles con le accuse di corruzione e riciclaggio nell'inchiesta ribattezzata Qatargate. 

Arrestata lo scorso 9 dicembre su mandato di arresto europeo, i giudici - nell'udienza di consegna al Belgio - hanno dato incarico al "ministero della Giustizia a fare ricerche per poter acquisire documenti per poter appurare che siano state rispettate le regole in Italia", aggiunge il difensore. E su quanto verrà acquisito nei prossimi giorni, la corte deciderà nell'udienza fissata per il 3 gennaio 2023. 

L'indagata non ha reso dichiarazioni spontanee, dato che si è trattato in aula (udienza a porte chiuse) solo delle questioni preliminari. Il pg di Brescia Umberto Vallerin si era opposto alla richiesta della difesa, ma il collegio presieduto dal giudice Giulio Deantoni ha invece dato ragione concedendo i termini. 

"Sulla scorta della sentenza di ieri abbiamo posto la questione come preliminare" e ora questa decisione - ossia un controllo sullo stato del sovraffollamento delle carceri in Belgio - potrà influire anche sul destino di Maria Dolores Colleoni, moglie di Panzeri, per cui ieri un altro collegio aveva invece concesso il sì alla consegna al Belgio. 

"Il ricorso in Cassazione ora diventa opportuno, perché è stato seguito oggi un nostro credo che continueremo a perorare" afferma Angelo De Riso al termine dell'udienza in cui la seconda sezione della corte d'appello di Brescia ha concesso un rinvio al 3 gennaio per decidere sulla consegna della 38enne al Belgio. Rinvio concesso sulla scorta della questione preliminare sollevata dalla difesa che ha chiesto rassicurazioni sulle condizioni delle carceri in Belgio, viste alcune criticità legate al sovraffollamento. 

Un rinvio che ieri era stato invece negato da un'altra sezione della corte d'appello che ha concesso per Maria Dolores Colleoni la consegna al Belgio. Ora alla difesa restano quattro giorni di tempo per scrivere e presentare il ricorso in Cassazione che sospende il trasferimento dell'imputata che altrimenti finirebbe dietro le sbarre. 

LA SENTENZA - Nei confronti di Maria Dolores Colleoni, scrivono i giudici nella sentenza di ieri, "ci sono gravi indizi di colpevolezza" e quanto riportato nel mandato di arresto europeo "è fondato" rispetto alla valutazione affidata all'autorità giudiziaria italiana che dev'essere circoscritta a verificare il contenuto "intrinseco e gli altri elementi raccolti in sede investigativa". Per il collegio "non esistono condizioni ostative" al trasferimento dell’indagata che ha negato ogni accusa, e sulla situazione delle carceri belga (la difesa aveva chiesto di verificare lo stato degli istituti) non vengono rilevati problemi di malfunzionamento del sistema penitenziario che possano giustificare la mancata consegna. 

 

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.