Sull'incendio di Milano "posso fare solo delle ipotesi sulla base di quel che vedo e di quel che leggo. Mi viene da dire una cosa: visto che il fuoco pare si sia propagato solo all'esterno, se qualcosa non ha funzionato riguarda esclusivamente l'involucro e in particolare il suo rivestimento. Significa cioè che il sistema di sicurezza
Per Lucchini il palazzo all'esterno si è acceso come un fiammifero "perché il rivestimento è stato realizzato con materiale combustibile, in grado di reagire rapidamente all'innesco che, per quanto è dato sapere, pare sia avvenuto a un piano alto" sottolinea l'esperto, facendo notare che per le facciate "è inappropriato e non si concilia con i requisiti di sicurezza rispetto al fuoco previsti dal ministero dell'Interno per gli edifici civili". Un obbligo non esiste, rimarca ancora Lucchini: "Le linee guida preparate dai vigili del fuoco per il ministero, fatte peraltro molto bene, hanno valore di raccomandazione. È però auspicabile che, anche alla luce di questo caso milanese, si acceleri il passaggio a un livello obbligatorio".
E continua: "Non so che materiale sia stato utilizzato per il rivestimento. La cosa evidente è la sua notevole reattività al fuoco, dato che l'incendio si è esteso in brevissimo tempo ai livelli inferiori di entrambe le facciate principali. Di norma non c'è la necessità di proteggere le facciate con questo genere di impianti in quanto i materiali stessi dovrebbero salvaguardarne la sicurezza". Tra il palazzo di via Antonini e la Grenfell Tower di Londra, che si era incendiata velocemente "c'è una forte analogia - conclude Lucchini -. Nel caso milanese fortunatamente non vi sono stati problemi di evacuazione grazie al probabile rispetto delle regole costruttive sulla compartimentazione che hanno evitato alle fiamme di aggredire i piani interni. A Londra invece no ed è stata una tragedia".