(Adnkronos) - Persone e culture diverse ormai si mescolano insieme in ogni contesto, primo fra tutti la cucina. Uno degli esempi più evidenti è la diffusione capillare di ristoranti giapponesi sul territorio italiano che spesso si presentano con la formula “All You Can Eat”, un’offerta che permette di ordinare
Per quanto concerne l’igiene generale dei locali (bagni compresi) tutti i ristoranti hanno ottenuto valutazioni almeno buone. Anche per quanto riguarda la modalità di servizio si sono riscontrati giudizi positivi: i camerieri di sala indossavano, infatti, abbigliamento consono e pulito e la mascherina a copertura di naso e bocca. Tuttavia, ci sono stati casi (2 a Milano, 3 a Roma) di operatori che manipolavano gli alimenti senza mettere la mascherina protettiva. Sono stati anche effettuati tamponi sui tavoli e sui bicchieri per una valutazione dell’igiene della postazione e delle stoviglie: 3 bocciati a Milano, nessuna insufficienza a Roma.
Successivamente si è passati alla misurazione della temperatura dei piatti che, per una giusta conservazione dovrebbe aggirarsi sui 10°C. Nella maggior parte dei locali la temperatura rilevata era superiore ai 20°C con un picco di 26.7°C in un ristorante a Milano. Si parla di temperature pericolose che possono favorire lo sviluppo di microrganismi patogeni in grado di incidere sulla salute.
Infine, si è passati ad analizzare in laboratorio alcuni dei piatti più classici da diversi punti di vista: l’igiene e la sicurezza delle pietanze da un lato e l’equilibrio fra riso e pesce dall’altro.Dal punto di vista dell’igiene, se a Roma solo in 1 ristorante non è stata raggiunta la sufficienza, a Milano a ottenere una bassa valutazione sono stati ben 7 su 10. Non sono stati rilevati microrganismi pericolosi come la Salmonella, ma è emersa comunque la presenza di batteri indicatori di una scarsa igiene come gli Stafilococchi e l’Escherichia coli. Non si sono riscontrate problematiche, invece, per quanto riguarda la presenza di mercurio e istamina: tutti i ristoranti superano la prova. Per quanto riguarda la freschezza del pesce, Roma batte Milano.
Inoltre, si è valutato in quanti ristoranti fosse rispettato il giusto equilibrio fra riso e pesce: il capoluogo lombardo raggiunge un risultato buono con una carenza di pesce riscontrata solo in 3 casi mentre nella Capitale 6 ristoranti su 10 offrono un piatto in cui il riso prevale nettamente sul pesce (le ricette più comuni consigliano 15 g circa di pesce su 20-25 g di riso).
Durante l’analisi si sono osservati anche i comportamenti volti a limitare il contagio da Covid-19. In 2 casi su 10 in entrambe le città il distanziamento dei tavoli non è stato rispettato. Gravi i risultati relativi al controllo obbligatorio del green pass all’ingresso: in 3 ristoranti su 10 a Roma e in 4 ristoranti su 10 nella città meneghina il controllo non è stato effettuato.