(Adnkronos) - "E' stata la grande occasione persa, per la politica e l’economica italiana, per via della saldatura tra i pubblici ministeri di Milano e il Partito comunista. Se fossero andati veramente avanti, l’Italia sarebbe stata migliore e non ci sarebbe stata questa cappa di condizionamento della magistratura nei confronti
Su un punto Bisignani non ha dubbi. "Mani Pulite – osserva – non è servita assolutamente a nulla dal punto di vista della corruzione, che è endemica nel sistema italiano perché ci sono talmente tante leggi che per riuscire a portare avanti un’impresa o anche solo ad aprire una finestra, bisogna aggirarle perché il sistema burocratico italiano non consente una via lineare nei rapporti con la pubblica amministrazione. E una sciocchezza affermare che Mani Pulite sia stata una boccata d’ossigeno in un Paese corrotto. Mani Pulite, se mai, è stato l’inizio dello strapotere dei pm sulla politica. Meno male che c’è, però, una magistratura giudicante che è molto più seria e molto più responsabile, mentre invece la spettacolarizzazione del ruolo dei pubblici ministeri ha portato a questo casino".
Subito dopo Bisignani si sofferma sul suicidio di Raul Gardini, presidente del Gruppo Ferruzzi-Montedison, trovato morto nella sua abitazione a Milano. "Il suicidio di Gardini è lo specchio esatto dei due pesi e due misure utilizzati – osserva -, quello che hanno fatto contro Gardini e Ferruzzi non lo hanno certo fatto contro la Fiat e contro De Benedetti. E stato il clima di Mani Pulite ad uccidere Gardini. Lo hanno tenuto in attesa per 15 giorni dicendo che avrebbero dovuto interrogarlo e non lo hanno mai interrogato, portandolo all’esasperazione. Lui voleva farsi interrogare per portare i suoi elementi, ma hanno usato due pesi e due misure. In quel momento bisognava sacrificare la Ferruzzi".
Infine, Bisignani chiosa: "Il miglior lascito di Mani Pulite è stato quello di avere il coraggio di andare a guardare all’interno di tutta la malversazione degli appalti, il peggiore è stato sicuramente la politicizzazione, tant’è che tanti magistrati poi sono finiti in parlamento".