(Adnkronos) - "Ci troviamo in un plateau di nuovi casi giornalieri di contagio, che si sono stabilizzati ormai da circa sette giorni attorno a quota 70-71mila. Verosimilmente questo prelude a una discesa della curva, auspicando che non si verifichi una diffusione del contagio nelle regioni del Nord". A fare il punto sulla fase attuale
"La cosa stranissima di questo rialzo consistente di casi - afferma - è data dall'aumento dei contagi prevalentemente nelle regioni del Centro e del Sud, mentre le grandi regioni del Nord, tra cui Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e in misura minore il Veneto, si sono mantenute con casi sostanzialmente stabili. Ovviamente l'aumento dei casi ha portato a un incremento dell'occupazione dei posti letto in ambito ospedaliero, soprattutto in area medica: il 12 marzo avevamo 8.234 posti letto occupati mentre ieri erano 9.181, ossia quasi un migliaio in più. In terapia intensiva invece l'occupazione da parte di pazienti Covid è sostanzialmente stabile: da 447 posti letto del 12 marzo a 464 di ieri". Per Cartabellotta, "questo dimostra che, pur trovandoci di fronte a una variante più contagiosa e meno grave, quando i casi aumentano notevolmente si verifica sempre un rimbalzo all'interno degli ospedali. Se la circolazione del virus rimane questa, non dovremmo avere particolari problemi".
Per il presidente della Fondazione Gimbe è "ingiustificata la bassissima copertura con le quarte dosi riservate a quasi 800 mila persone immunocompromesse che si attesta a poco meno del 7%, con alcune differenze regionali: Piemonte 33,5%, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Bolzano a poco più del 14%, ma Calabria, Basilicata, Molise e Abruzzo sono prossime allo 0%. In questa fase la protezione dei fragili è un obiettivo fondamentale: è davvero incomprensibile che queste persone non vengano vaccinate pur essendo noti i nominativi alle Asl".
Il Paese sembra ormai essersi fermato sul fronte della campagna vaccinale. "Negli ultimi sette giorni (21-27 marzo) abbiamo registrato un ulteriore -25% di nuovi vaccinati che ammontano a poco più di 15mila in questa settimana - fa il punto Cartabellotta - e questa discesa riguarda anche le terze dosi e le vaccinazioni in ambito pediatrico, che hanno una copertura solo del 33,6%". Il presidente della Fondazione Gimbe ricorda che "ci sono 4 milioni di persone che non hanno mai fatto alcuna dose e 2258.000 persone (esclusi i guariti da meno di 120 giorni) che potrebbero fare il booster. Sembra che l’avvicinarsi della scadenza dello stato di emergenza e i relativi messaggi comunicativi abbiano distolto le persone dalla vaccinazione. Molti probabilmente pensano di vaccinarsi il prossimo autunno, ma questo rimane un problema quando il virus continua a circolare molto come in questo momento".