Maurizio De Giovanni: "Solo l'identità culturale trasforma le periferie da non luoghi in luoghi"
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
08
Mer, Mag

Maurizio De Giovanni: "Solo l'identità culturale trasforma le periferie da non luoghi in luoghi"

Cultura
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - "Sono convinto che quello che sta succedendo sia l'esplosione di un disagio che ha radici culturali e non credo sia un problema di risacche di delinquenza risolvibile con il presidio militare del territorio, che può far bene ma è una cura sintomatica". Ne è convinto lo scrittore napoletano Maurizio De

 - (Fotogramma)

 

Giovanni che, conversando con l'Adnkronos a proposito degli stupri di Palermo e di Caivano, sostiene che "la causa di questa 'malattia' è una problematica disattenzione: le periferie abbandonate dalle istituzioni - come Caivano a Napoli, lo Zen di Palermo, Librino di Catania, Tor Bella Monaca a Roma, e altre - sono diventate dei veri e propri 'non luoghi'", afferma l'autore de 'I bastardi di Pizzofalcone' citando il celebre antropologo francese Marc Augé. 

Concentrarsi sulla cura dei sintomi, secondo De Giovanni, non porta a molto: "Possiamo chiamare l'esercito, la Folgore, tutte le forze armate e metterle per strada, ma non possono starci in eterno e quando vanno via che succede? Torna tutto come prima. Per curare le cause di questa malattia occorre intervenire sulle scuole, che sono il primo presidio istituzionale sul territorio", osserva lo scrittore, sottolineando che "servono più istituti, una maggiore offerta, un'edilizia scolastica decente e non fatiscente com'è adesso, un maggior numero di insegnanti motivati e meglio pagati e il tempo pieno, perché i ragazzi vanno tolti dalla strada". 

Per De Giovanni si tratta di "un investimento che certamente ha dei costi, minori però di quelli che paghiamo per affrontare la dilagante delinquenza. L'identità del luogo va trasformata con la presenza istituzionale che equivale a un'identità culturale. Solo così possiamo trasformare i non luoghi, che sono le periferie disagiate, in luoghi con un'identità", conclude. 

(di Pippo Orlando)  

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.