Il direttore degli Uffizi, 'Cuore del sistema museale italiano'
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Sab, Apr

Il direttore degli Uffizi, 'Cuore del sistema museale italiano'

Cultura
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(Adnkronos) - "Il mio predecessore Eike Schmidt ha riscoperto e valorizzato la vocazione naturale degli Uffizi: essere il primo museo italiano anche per numero di visitatori. C'era molto potenziale inespresso che Schmidt è stato in grado di portare alla luce. E' una vocazione che io intendo sottolineare e approfondire: con la mia

direzione, l'obiettivo è rendere gli Uffizi il polo centrale di tutto il sistema nazionale dei musei, perchè gli Uffizi, di questo sistema, sono il punto di riferimento naturale". Lo ha detto Simone Verde, nella sua prima conferenza stampa a Firenze nel ruolo di nuovo direttore delle Gallerie degli Uffizi.  

L'occasione è stato il passaggio ufficiale delle consegne tra Schmidt, giunto appositamente questa mattina da Napoli, dove ora dirige il Museo e Real Bosco di Capodimonte: è avvenuto simbolicamente con la chiave dell'antico portone del museo passata dalle mani del predecessore al successore. Poco prima c'è stato lo scoprimento della lapide, nel loggiato della Galleria, con cui è stato intitolato l'auditorium del museo all'ex soprintendente e ministro dei Beni culturali Antonio Paolucci, scomparso all'età di 84 anni lo scorso 4 febbraio.  

Verde ha annunciato la nascita di un 'centro studi museali' intitolato ad Antonio Paolucci nel Giardino di Boboli destinato a diventare "un riferimento scientifico nazionale e internazionale", fondato sulla base del suo fondo librario donato agli Uffizi.  

Tra gli altri annunci in sintesi: la creazione di una sezione alla Galleria delle Statue e delle Pitture di storia delle collezioni, "l'assoluto rilancio" del Tesoro dei Granduchi e di Palazzo Pitti, l'avvio, sempre in Palazzo Pitti, del progetto depositi aperti per offrire alla visione del pubblico per la prima volta il prestigioso patrimonio di mobilia storica della Reggia, l'apertura di tre progetti di valorizzazione del giardino di Boboli, la smaterializzazione dei biglietti. 

Nei progetti del neo direttore un occhio di riguardo è destinato all'accoglienza: "La cifra di 5 milioni di visitatori annui, record storico per le Gallerie, ci impone di migliorare i servizi, a partire dalla smaterializzazione dei biglietti di ingresso e ci sprona a nuove iniziative, come l'apertura serale almeno un giorno a settimana destinata ai fiorentini. Al tempo stesso mi impegnerò a far crescere l'attrattività di Palazzo Pitti con una serie di nuovi allestimenti e a portare a compimento i lavori previsti nel Giardino di Boboli, dove complessivamente sono state già stanziate risorse per 6 milioni di euro".  

Tra i cantieri in corso agli Uffizi c'è l'imponente lavoro di sistemazione e restauro del Corridoio Vasariano, che presto sarà aperto alle visite nel percorso museale: "Seguo quotidianamente lo stato dei lavori e faccio sopralluoghi tutte le settimane. Il cantiere sta andando bene e mi impegno a dare la data di apertura in tempi abbastanza brevi non appena avrò certezze sulla conclusione dell'intervento. I lavori devono essere puntuali".  

Immancabile una domanda dei giornalisti sul progetto non realizzato dell'uscita degli Uffizi, oggetto di un concorso internazionale vinto a fine anni '90 del secolo scorso dall'archistar giapponese recentemente scomparso Arata Isozaki. "La cosiddetta Loggia Isozaki - ha spiegato Simone Verde - non è una materia di mia competenza. C'è stata una decisione del Consiglio superiore dei beni culturali, che ha deciso di non farla, e io non la commento perchè le determinazioni dell'Amministrazione si rispettano e non si commentano. Posso, tuttavia, osservare che il problema della Loggia Isozaki non è un problema estetico: nel 1998 fu pensata per circa 1,2 milioni di visitatori annui mentre oggi sono quintuplicati. Guardare all'aspetto positivo di questa vicenda oggi si deve osservare che quella Loggia non appare più adatta all'attualità". 

Simone Verde ha sottolineato più volte, nel corso della conferenza stampa, la sua volontà di valorizzare le collezioni di Palazzo Pitti, che ha ancora enormi potenzialità da sviluppare anche sul fronte dell'attrazione dei visitatori. Si prevedono così visite guidate agli appartamenti reali alla reggia medicea, mostre-dossier dedicate ai 'tesori' poco conosciuti e la presentazione dello straordinario patrimonio di mobili e arredi oggi non visibile. "Mi piacerebbe allestire una palazzina del Giardino di Boboli per mostrare i tanti mobili storici che possediamo", ha detto il direttore degli Uffizi, che ha confermato anche l'impegno per rinnovare la Galleria del Costume e della Moda.  

Tra i dossier sul tavolo di Simone Verde, a un mese dal suo insediamento, anche la predisposizione del bando per l'apertura del ristorante agli Uffizi, e la definizione del "progetto curatoriale" per la predisposizione del cosiddetto progetto degli Uffizi Diffusi con le succursali nella Villa medicea di Careggi a Firenze e della Villa medicea dell'Ambrogiana a Montelupo Fiorentino. "C'è bisogno che tutta la città si stringa intorno al suo museo principale perchè ci sono ambiziosi progetti", ha concluso Verde, assicurando di aver incontrato tutti i soggetti istituzionali fiorentini.  

Da parte sua Eike Schmidt ha detto: "Agli Uffizi c'è ancora moltissimo da fare e con un po' di fortuna alla fine dei primi quattro anni della direzione di Simone Verde potrebbero essere raddoppiati i 60 milioni di introiti che avevamo realizzato alla fine del 2023. Gli Uffizi producono 60 milioni di euro l'anno, una somma che viene rinvestita nella conservazione e tutela".  

"Alla fine del mandato di Verde è probabile che si arrivi a superare i 100 milioni, forse si arriverà a 120 milioni - ha ipotizzato l'ex direttore - Quando sarà aperto il Corridoio Vasariano già nel primo anno potrebbe produrre 10-15 milioni; comprendendo un ulteriore aumento dei visitatori e con le eventuali aperture serali si possono prevedere anche 20 milioni. Questi soldi sono necessari, perchè servono per i restauri e per progetti nuovi come le sedi distaccate degli Uffizi". 

(di Paolo Martini) 

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