Detrazione e deduzione non sono sinonimi: le differenze in vista della scadenza del modello 730/2023
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Dom, Mag

Detrazione e deduzione non sono sinonimi: le differenze in vista della scadenza del modello 730/2023

Economia
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(Adnkronos) - Che differenza c’è tra la detrazione e la deduzione? Arrivare a porsi questa domanda è già un ottimo punto di partenza, dal momento che i termini vengono spesso utilizzati erroneamente come sinonimi, ma fanno riferimento a concetti diversi. 

Entrambe sono agevolazioni e danno come risultato

una riduzione dell’imposta complessiva da versare, ma agiscono in maniera profondamente diversa. 

Conoscere i meccanismi agevolativi è fondamentale per orientarsi al meglio tra le regole previste dalla normativa in vista della scadenza per la presentazione del modello 730/2023 che è in calendario per il 30 settembre ma slitta al 2 ottobre perché cade di sabato. 

Sia le detrazioni che le deduzioni rientrano nel pacchetto delle cosiddette tax expenditure, spese fiscali che il Governo si ripropone di riordinare con la riforma fiscale.  

In questa categoria rientrano tutte le agevolazioni che riducono il valore finale delle imposte da versare e che, stando ai dati forniti dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato a luglio 2023, ammontano a 82 miliardi, una cifra pari al 4 per cento del PIL. 

Il termine ombrello tax expenditure, quindi, comprende un’ampia gamma di benefici riconosciuti ai contribuenti applicando regole diverse. 

Nel ventaglio di possibilità ci sono anche le deduzioni e le detrazioni che innescano meccanismi agevolativi differenti tra loro: 

● le prime agiscono sulla base imponibile: vanno a ridurre il reddito complessivo su cui calcolare l’imposta; 

● le seconde hanno un impatto sull'imposta stessa da versare riducendola in percentuale. 

Per avere chiara questa differenza è necessario, quindi, prima di tutto soffermarsi sul concetto di base imponibile: l’importo a cui si applica l’aliquota stabilita dalla normativa fiscale per calcolare l’imposta da corrispondere. 

Danno diritto a una detrazione, determinando uno sconto sulle somme dovute al Fisco, le spese sostenute per motivi di salute, per l’istruzione o per gli interessi sul mutuo dell’abitazione, solo per fare degli esempi. 

Al tempo stesso danno diritto a una deduzione, erodendo il valore della base imponibile su cui calcolare l’imposta, i costi relativi ai contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e volontari o le erogazioni liberali in favore degli enti non profit. 

Per comprendere le regole di funzionamento dei due meccanismi agevolativi, può essere utile fare un esempio pratico. 

Per le spese mediche e sanitarie sostenute oltre la franchigia di 129,11 euro, si ha diritto a una detrazione IRPEF del 19 per cento. 

In altre parole il 19 per cento dei costi relativi, ad esempio, all’acquisto di farmaci o alle visite specialistiche oltre la franchigia si trasforma in uno sconto da applicare all’imposta dovuta. 

Per le spese mediche e di assistenza specifica per le persone con disabilità, invece, è prevista una deduzione: l’importo delle spese mediche generiche e di quelle di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e permanente invalidità o menomazione sostenute dalle persone con disabilità si sottraggono all’importo stesso su cui si calcola l’imposta da versare. 

Un altro aspetto da tenere bene a mente, quindi, riguarda il valore dell’agevolazione: nel caso della detrazione una percentuale delle spese sostenute si trasforma in beneficio, nel caso della deduzione viene considerato tutto l’importo. 

Avere chiare queste differenze risulta fondamentale in vista della presentazione del modello 730/2023 in cui è necessario inserire le spese sostenute per ridurre, con meccanismi diversi, le somme dovute. 

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