Detrazione per l’abbonamento ai mezzi pubblici: le spese entrano nella precompilata
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08
Mer, Mag

Detrazione per l’abbonamento ai mezzi pubblici: le spese entrano nella precompilata

Economia
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(Adnkronos) - Anche le spese sostenute per l’abbonamento ai mezzi pubblici, che danno diritto alla detrazione IRPEF del 19 per cento, entreranno direttamente nella dichiarazione dei redditi precompilata. Come di consueto, i cittadini e le cittadine possono anche opporsi all’utilizzo delle informazioni 

Nel flusso di dati

che arrivano all’Agenzia delle Entrate per l’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata si inseriranno anche le spese relative all’abbonamento ai mezzi pubblici che danno diritto alla detrazione IRPEF.  

Come per gli altri costi che si trovano già inseriti, sarà possibile opporsi all’utilizzo delle informazioni. 

La novità, su cui l’Agenzia delle Entrate ha fornito dettagli con il provvedimento del 5 ottobre, interesserà sia la versione pre elaborata del modello 730 che quella del modello Redditi Persone Fisiche. 

 

Gli importi impiegati per l’acquisto di abbonamenti al servizio di trasporto pubblico possono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi per beneficiare della detrazione IRPEF prevista per questa tipologia di costi. 

Si ha diritto a un beneficio massimo di 47,50 euro: l’agevolazione consiste nella possibilità di recuperare il 19 per cento della spesa sostenuta, entro il limite massimo di costo detraibile pari a 250 euro. 

Va sottolineato che si tratta di un beneficio diverso dal bonus trasporti riconosciuto sotto forma di contributo di 60 euro previsto per il 2023 per coloro che hanno un reddito fino a 20.000 euro. 

Con le ultime novità introdotte, i cittadini e le cittadine che hanno diritto alla detrazione IRPEF per l’abbonamento ai mezzi pubblici troveranno già indicate le spese nella dichiarazione dei redditi precompilata sia in caso di utilizzo del modello 730 che in caso di utilizzo del modello Redditi. 

Le informazioni che riguardano gli acquisti degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale ed interregionale effettuati da persone fisiche con modalità tracciabili arriveranno all’Amministrazione finanziaria entro la scadenza del 16 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento. 

A inviarle saranno gli stessi soggetti pubblici e privati affidatari del servizio di trasporto pubblico.  

L’adempimento nella prima fase, per gli anni d’imposta 2023 e 2024, è facoltativo, mentre diventa obbligatorio dal 2025. 

 

Per permettere all’Agenzia delle Entrate di elaborare correttamente la dichiarazione dei redditi precompilata i soggetti interessati dovranno indicare i dati identificativi sia degli abbonati che di coloro che hanno sostenuto le spese, considerando eventuali rimborsi relativi allo stesso anno. 

Come per le altre tipologie di spesa che arrivano all’Amministrazione finanziaria per poi confluire nei modelli 730 o nei modelli Redditi pronti all’uso, come quelle sanitarie o relative alle rette degli asili nido, i cittadini e le cittadine possono opporsi all’utilizzo delle informazioni. 

Dal 1° gennaio al 16 marzo dell’anno successivo all’acquisto dell’abbonamento è possibile bloccare il flusso delle informazioni comunicando l’opposizione all’Agenzia delle Entrate via mail. 

In alternativa, ma solo per i costi sostenuti dal 2024, la propria decisione potrà essere segnalata anche direttamente al momento del pagamento o comunque entro il 31 dicembre dell’anno in cui la spesa è stata effettuata. 

Coloro che si oppongono all’utilizzo dei dati non troveranno le spese che danno diritto alla detrazione per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici già indicate nella dichiarazione dei redditi precompilata ma potranno, in ogni caso, indicarle in fase di compilazione per non perdere lo sconto IRPEF.  

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