Pnrr, il progetto “Digital Hub” delle Camere di commercio entra nella fase attuativa
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Dom, Apr

Pnrr, il progetto “Digital Hub” delle Camere di commercio entra nella fase attuativa

Economia
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(Adnkronos) - Tra i tanti obiettivi che il nostro Paese sta perseguendo attraverso l’attuazione del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) uno sta particolarmente a cuore alle imprese: la semplificazione dei rapporti con la Pubblica amministrazione. Secondo The European House Ambrosetti, nel 2022 il costo annuo sostenuto dalle

imprese per la gestione dei rapporti con la burocrazia è stato pari a 57,2 miliardi di euro, un fardello che pesa sulle spalle delle nostre imprese nel confronto con quelle dei paesi competitor e che contribuisce a rendere più faticosa la rincorsa delle Pmi verso la trasformazione digitale.  

Proprio grazie alle nuove tecnologie - e all’implementazione che ne ha fatto una delle pubbliche amministrazioni digitalmente più avanzate nel nostro paese, come le Camere di commercio – questo peso promette di essere più leggero, a cominciare dal “pensionamento” delle tante autocertificazioni che le imprese devono inviare ad un’amministrazione per partecipare a bandi o gare di appalto per comunicare informazioni che le riguardano e che, però, sono già note a qualche altra Pa.  

Grazie a un’iniziativa prevista dal Piano nazionale per gli interventi complementari al Pnrr- affidata alle Camere di commercio e condotta in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy – Unioncamere e InfoCamere hanno realizzato il Servizio di collegamento delle imprese alla Piattaforma nazionale digitale dati (Pdnd), l’infrastruttura informatica deputata a consentire l’interoperabilità tra tutte le pubbliche amministrazioni italiane. Il Progetto – denominato “Digital Hub” – ha da poco concluso la fase di sperimentazione ed è entrato in quella attuativa con le prime concrete implementazioni. Il primo risultato è stato raggiunto a giugno scorso, con l’entrata in esercizio del Servizio di collegamento alla Pdnd nel contesto della Composizione negoziata delle crisi d’impresa, gestita da Unioncamere. Attraverso un protocollo di interoperabilità completamente automatizzato, la Piattaforma di Composizione negoziata consente all’imprenditore di autorizzare gli esperti da lui indicati ad accedere ai dati sulla posizione debitoria dell’impresa sotto il profilo tributario, contributivo e assicurativo in possesso di Inps, Inail, Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate Riscossione, dati necessari all’esperto per trovare una soluzione alla crisi d’impresa.  

In questi giorni è stato raggiunto il secondo risultato rilevante della fase sperimentale del progetto con l’evoluzione del cassetto digitale dell’imprenditore impresa.italia.it, ora disponibile in versione App su tutti i principali store digitali e con nuove funzionalità. Impresa.italia.it è attualmente utilizzato da oltre 2,3 milioni di imprenditori per accedere ai propri dati e documenti ufficiali contenuti nel Registro delle imprese. Grazie alla sua integrazione con il Servizio di collegamento alla Pdnd, il legale rappresentante potrà accedere anche ai propri dati e certificati resi disponibili sulla Pdnd dalle Pubbliche Amministrazioni che gestiscono dati d’impresa.  

L’obiettivo del Digital Hub è facilitare il dialogo tra Imprese e Pa grazie alle potenzialità della Piattaforma nazionale digitale dati (Pdnd) e la flessibilità delle tecnologie mobile. È questa la ricetta alla base del progetto attuato da Unioncamere e InfoCamere, soprattutto a beneficio delle realtà più piccole e ancora poco digitalizzate.  

  

Attraverso questo servizio, le imprese possono accedere ai propri dati in possesso delle Pa in modo semplice e sicuro. Grazie all’utilizzo di algoritmi aperti certificati (Open Algorithms, Opal) si configura come uno snodo che consente ai cittadini imprenditori e alle Pa di dialogare dinamicamente tra di loro, attuando il principio “once only” – ovvero che lo Stato può chiedere all’impresa i suoi dati una volta sola - superando di fatto lo strumento dell'autocertificazione.  

Un esempio per comprendere il funzionamento pratico di questo flusso può essere quello di un imprenditore che vuole partecipare ad un bando per l’assegnazione di risorse pubbliche di una PA centrale (ma lo schema può funzionare ad ogni livello). Per presentare la domanda, di norma l’imprenditore deve produrre una serie di documenti da sottoporre al vaglio degli uffici della PA che, al termine dell’iter, utilizza le informazioni ricevute per elaborare la classifica di assegnazione delle risorse. Oggi, questa procedura prevede l’utilizzo di forme diverse di autocertificazione da parte dell’imprenditore per attestare il possesso dei requisiti richiesti. Dati che spesso sono già nella disponibilità della PA, ma che l'imprenditore deve comunque comunicare rispondendo a domande che lo riguardano (ad esempio: il suo fatturato, quanti aiuti pubblici ha ricevuto in un certo intervallo, il numero di addetti e così via). Non solo. Recuperare e comunicare nuovamente i dati, comporta inevitabilmente rischi di errori sia per chi la sottoscrive sia per la PA che è tenuta a verificarne la correttezza; implica la circolazione di dati (personali e non) che spesso eccedono le finalità del procedimento e/o che sono già in possesso delle PA; comporta numerose attività manuali suscettibili di errori, rende più complicato e costoso l’espletamento delle pratiche amministrative.  

Secondo il modello del Digital Hub, l’imprenditore che intende partecipare al bando pubblico non deve fare altro che autorizzare la PA che chiede dati e informazioni relative alla sua impresa a prelevarli laddove questi risiedono (Registro delle Imprese, Inps, Inail, Agenzia delle Entrate e via dicendo). Come? Utilizzando la propria identità digitale tramite il cassetto digitale dell’imprenditore impresa.italia.it – realizzato da InfoCamere per conto delle Camere di commercio – così come già facciamo con lo SPID per accedere ai diversi servizi pubblici disponibili in rete ed autorizzando l’utilizzo dei controlli automatici relativi ai propri dati.  

Una volta dato il proprio consenso, l’imprenditore ha la certezza che la sua domanda sarà compilata con i dati esatti che gli vengono richiesti (perché ufficiali e già in possesso della PA), senza rischi di errori e contestazioni. Spetta poi all’algoritmo, opportunamente istruito, inviare a ciascuna amministrazione la precisa richiesta dello specifico dato – e solo quello - necessario alla compilazione della domanda di accesso al beneficio. Restando al caso del Registro delle Imprese, non c’è più bisogno per l’imprenditore di recuperare e inviare la propria visura camerale, lasciando che sia la PA ricevente a cercare tra i dati quei pochi che realmente sono necessari alla definizione della pratica.  

Il servizio è stato concepito fin dall’inizio tenendo ben presente che il modello alla sua base, per diventare un riferimento anche per altre tipologie di utenti e per altri procedimenti amministrativi, deve assicurare a tutti gli attori interessati dei benefici tangibili.  

In questa prima fase il servizio è partito con PA altamente automatizzate a livello centrale tramite specifici accordi, per poi progressivamente estendere il modello anche alle PA territoriali. L’auspicio è che il suo successo possa accelerare l’avviamento a regime della Pdnd e dare un contributo tangibile alla realizzazione del Pnrr attraverso la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, a vantaggio della competitività delle imprese e del sistema-Paese.  

 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.