Banche, Giorgianni (Fdi): "Sfruttano posizione rendita, profitti aumentati a dismisura"
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Lun, Mag

Banche, Giorgianni (Fdi): "Sfruttano posizione rendita, profitti aumentati a dismisura"

Economia
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(Adnkronos) - Le banche ''sfruttano la loro posizione di rendita'' che ha permesso di “aumentare a dismisura i profitti” e pertanto si è resa necessaria una redistribuzione equa di questi profitti attraverso “un’imposta straordinaria una tantum''. Lo afferma la deputata di Fdi e presidente Associazione vittime

del salvabanche, Letizia Giorgianni. La tassa sugli extraprofitti, assicura, ''è sicuramente una tassa equa perché i profitti, extra, effettivamente ci sono'' e con le modifiche in sede di conversione, ''sembra abbia cambiato un po' le carte in tavola''. 

Tornando al comportamento degli istituti bancari, quanto accaduto racconta di una certa “avarizia” perché con l'aumento dei tassi d'interesse ''i risparmi della clientela hanno continuato a perdere valore, affossati da inflazione e mancato recupero di tassi competitivi a proprio favore'' mentre le banche nel corso degli anni hanno ''moltiplicato i propri ricavi e raggiungere l’unico obiettivo di accrescere gli utili favorendo così gli azionisti con dividendi sempre maggiori''. I rendimenti dei conti correnti, invece, ''sono rimasti pressoché invariati, dimostrando come agli istituti di credito interessi poco premiare chi lascia la propria liquidità in banca''.  

''Si è sostenuto che l’aver previsto che le banche possano decidere di non assoggettarsi all’obbligo del versamento dell’imposta sugli extraprofitti accantonando un importo non inferiore a due volte e mezzo di tale imposta in una riserva non distribuibile, rappresenti un 'regalo' alle banche stesse, che in questo modo eviterebbero del tutto il pagamento di imposte a seguito del provvedimento'', ricorda Giorgianni. ''In realtà la tassazione ci sarà eccome. Non sarà immediata, ma mediata nel tempo grazie ai maggiori utili che si produrranno con l’incremento dei prestiti che le banche potranno fare grazie al rafforzamento patrimoniale dovuto alla norma. Ricordiamo infatti che la parte di utili non tassata dovrà confluire obbligatoriamente in un fondo non distribuibile ai soci azionisti''. 

Secondo la deputata ''ciò consentirà a molte banche di ampliare gli impieghi, tra cui fidi sul conto corrente, crediti personali e anticipi all’esportazione, crediti ipotecari e mutui, nel rispetto dei requisiti di capitale degli accordi di Basilea, che fissano limiti al rapporto tra capitale e impieghi. Ipotizzando che una banca sia di fronte all’alternativa tra il versare un’imposta dovuta di 100 milioni e procedere a un accantonamento in riserva pari a 250 milioni, questa seconda scelta la metterà nelle condizioni di erogare maggiori prestiti secondo un multiplo in media di poco inferiore a 15, quindi pressappoco per valori dai 3,3 ai 4 miliardi''.  

Questi impieghi, prosegue Giorgianni, ''diversamente dal versamento dell’imposta che avverrebbe in un solo anno, daranno luogo a ricavi pluriennali facilmente attestabili al 5% annuo. Tali ricavi, a seconda delle stime sull’entità degli impieghi erogati grazie a questa accresciuta riserva, potranno andare da 830 milioni a 1 miliardo nel quinquennio a venire. E su di essi le banche naturalmente dovranno versare imposte, stimabili tra i 275 e i 300 milioni sull’arco del quinquennio''. 

''Ecco che, grazie a questo fattore moltiplicativo degli impieghi consentito dalla scelta di alimentare le riserve in alternativa al pagare l’imposta una tantum sugli extraprofitti, garantiremo nel complesso introiti fiscali superiori per un periodo di durata maggiore anche da parte delle banche che avranno optato per l’accantonamento in riserve non distribuibili'', conclude. 

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