Luiss, presentato il Rapporto Leap sull’investimento pubblico in Europa
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
03
Ven, Mag

Luiss, presentato il Rapporto Leap sull’investimento pubblico in Europa

Economia
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - Come rilanciare l’economia europea a fronte di una situazione di tensione tra debito crescente e stock di capitale deteriorato? A questa e altre domande cerca di rispondere il rapporto 'Financing Investment at Times of High Public Debt', quarto volume di una serie di analisi sull’investimento pubblico in

Europa curati da Luiss Institute for European Analysis and Policy - Leap in collaborazione con centri di ricerca francesi e tedeschi, presentato alla Luiss nell’ambito di una giornata di studi organizzata dall’Ofce-Sciences Po Parigi e dalla Leap sulle sfide per l’Europa.  

Secondo Francesco Saraceno (Leap e Sciences Po Parigi), tra i curatori del rapporto, per operare una svolta realmente incisiva, il ricorso agli investimenti (pubblici e privati) non può prescindere da un nuovo approccio da parte dei decisori politici, che consideri le mutate condizioni attuali e si allontani da modelli ormai superati di pensare l’economia. L’incontro di ieri alla Luiss, la cui introduzione è stata affidata a Valentina Meliciani (Leap), è stato l’occasione per un confronto tra Saraceno, Carlo Bastasin (Leap, Brookings Institution), Pier Carlo Padoan (Unicredit, Leap) ed Edoardo Reviglio (Yale University).  

I curatori del rapporto, oltre a Francesco Saraceno, Floriana Cerniglia (Cattolica) e Andrew Watt (IMK Berlino), raccolgono ogni anno un nutrito gruppo di ricercatori, provenienti da think tank, università, istituzioni europee e internazionali (Commissione Europea, Fmi, Banca europea degli investimenti) per riflettere su come mettere le politiche pubbliche al servizio della crescita, della stabilità economica, della transizione verso un’economia sostenibile. I capitoli, in formato non accademico, si rivolgono ai policy makers, ai giornalisti economici e in generale ad un pubblico interessato ai temi della crescita e della politica economica in Europa.  

Il tema del rapporto 'Financing Investment at Times of High Public Debt', pubblicato nel dicembre 2023, è come conciliare i bisogni di investimento dell’economia europea con la sostenibilità di finanze pubbliche messe sotto tensione dalle molte crisi dell’ultimo decennio. Nell’ultimo ventennio è apparsa una divaricazione crescente tra il deterioramento del capitale pubblico e la pressione del debito sulle finanze pubbliche. In quasi tutti gli Stati avanzati lo stock di capitale pubblico è diminuito significativamente rispetto al valore medio degli anni Novanta, con alcuni paesi, insospettabili, che emergono come particolarmente problematici.  

Spicca su tutti la Germania, il cui stock di capitale pubblico era nel 2019 inferiore del 17% rispetto agli anni ‘90 (dati Fmi). Nello stesso periodo (1999-2023), il debito è aumentato quasi ovunque: di 20 punti percentuali per l’Eurozona, di 25 per l’Italia, di addirittura 50 punti per la Francia (Dati Commissione Europea). Questa tensione tra un capitale pubblico deteriorato e inadeguato per le sfide della transizione e un margine di manovra per le finanze pubbliche reso esiguo dal debito pubblico, è l’oggetto del rapporto, che si interroga su come uscire dall’angolo.  

Dal rapporto emergono diversi messaggi rilevanti per il dibattito pubblico, soprattutto in vista dell’appuntamento elettorale europeo di giugno. L’investimento non può essere lasciato esclusivamente sulle spalle dei governi nazionali, i cui margini di manovra sono necessariamente limitati. Le banche d’investimento, le istituzioni europee, il settore finanziario, devono essere attori protagonisti dello sforzo di adattamento delle nostre economie.  

L’investimento pubblico, contrariamente a quanto molti credono, non è in competizione con i capitali privati. Al contrario, la letteratura economica recente sottolinea con sempre maggior enfasi il ruolo di volano per l’economia di un sistema di infrastrutture al servizio dell’attività privata. 

Questo rapporto e i precedenti sottolineano l’inadeguatezza delle definizioni contabili di investimento (in infrastrutture fisiche). Nell’economia di oggi il capitale intangibile (istruzione, sanità, competenze, capitale sociale) è importante quanto il capitale tangibile. 

Le istituzioni europee sembrano oggi non più adeguate per consentire ai decisori politici di far fronte alle sfide attuali. Alla fine degli anni ‘90 si scelse di condizionare le politiche pubbliche con regole di bilancio restrittive, nella convinzione, rivelatasi in seguito errata, che non ci fosse bisogno di politiche attive. Emerge come una costante, da tutti i capitoli di questo rapporto e di quelli precedenti, la necessità di una riforma importante della governance - che non può essere limitata alla peraltro insoddisfacente revisione del Patto di Stabilità - il cui obiettivo sia quello di ricreare uno spazio di manovra per le politiche pubbliche (a livello nazionale o europeo) senza nuocere alla stabilità finanziaria.  

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.