"Israele vuole distruggere i palestinesi", Mustafa Barghouti contro Netanyahu
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09
Gio, Mag

"Israele vuole distruggere i palestinesi", Mustafa Barghouti contro Netanyahu

Esteri
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(Adnkronos) - "Israele non sta cercando di distruggere Hamas, sta cercando di distruggere il popolo palestinese. Ora sta bombardando i civili a Gaza: ha già ucciso mille palestinesi innocenti e massacrato 260 bambini e 160 donne, ma non

gli basta". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Mustafa Barghouti, fondatore e leader del partito Iniziativa Nazionale Palestinese nonché parente di Marwan Barghouti, figura popolare legato alla prima e seconda Intifada e da anni detenuto nelle carceri israeliane.  

"Mi oppongo all'uccisione dei civili, siano essi palestinesi o israeliani. Sono per la non violenza, ma credo che la responsabilità principale per quello che è accaduto e che accadrà, come ha scritto su Haaretz il giornalista israeliano Gideon Levy, è di Netanyahu e del suo governo fascista che ha bloccato tutte le strade che portano alla pace", prosegue il medico e dirigente politico, secondo cui "uccidere palestinesi innocenti rende Hamas più forte". 

Barghouti, che nel 2005 ottenne il 21% alle elezioni presidenziali palestinesi posizionandosi dietro Mahmoud Abbas ed è stato negoziatore di Fatah per la riconciliazione palestinese, auspica "una de-escalation, un cessate il fuoco immediato e l'avvio di uno scambio di prigionieri piuttosto che continuare a bombardare Gaza, cosa che ucciderebbe i palestinesi ed anche i prigionieri israeliani, ma non credo che a Netanyahu interessi di loro. Adesso è in pericolo la vita di 150 prigionieri israeliani". 

Barghouti definisce "orribile, falso e quindi inaccettabile" associare Hamas allo Stato islamico, come hanno fatto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ed il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Secondo il politico palestinese, usare quest'espressione "è un modo di disumanizzare non solo Hamas, ma tutti i palestinesi". 

L'ex negoziatore di Fatah esprime dubbi sulla veridicità della strage compiuta da Hamas nel kibbutz di Kfar Aza dove, secondo l'esercito israeliano, sono stati uccisi 40 bambini, alcuni dei quali sono stati decapitati. "Non credo che Hamas abbia decapitato la testa di alcun bambino. Non sono sicuro che siano state diffuse informazioni corrette", sostiene, ribadendo di provare "tristezza per la morte di qualsiasi civile israeliano tanto quanto per l'uccisione di civili palestinesi".  

"Siamo a un bivio: o abbiamo un cessate il fuoco, una de-escalation, uno scambio di prigionieri oppure vedremo una nuova grande guerra con Hezbollah in Libano, un'invasione di Gaza, la morte di migliaia di palestinesi e israeliani e un rischio molto elevato che Israele tenti di effettuare una pulizia etnica dei palestinesi a Gaza", aggiunge il fondatore di Iniziativa Nazionale Palestinese, criticando la posizione espressa dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dopo l'attacco di Hamas e l'imminente operazione su larga scala che Israele si accinge a condurre nella Striscia di Gaza. 

"Biden dovrebbe lavorare per la pace e avrebbe dovuto dire che c'è bisogno di un cessate il fuoco immediato invece di infiammare sempre di più la situazione", rimarca Barghouti, evidenziando che "non so perché Biden abbia commesso un errore storico e un errore di fatto sostenendo che Hamas abbia ucciso mille civili israeliani, quando Israele stesso ha dichiarato che molti di loro erano militari". 

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha un ruolo "marginale" in questa situazione "perché non può fare molto. Penso che la sfida per lui oggi sia cercare di unire tutti i palestinesi sotto una leadership unificata. Se avesse accettato le nostre proposte al riguardo, sono sicuro che non saremmo arrivati a questa situazione", dice Barghouti, secondo cui Abbas "viene emarginato innanzitutto da Israele, che fa tutto il possibile per umiliare l'Autorità palestinese e rifiuta di condurre negoziati di pace con lui, cercando di indebolirlo in ogni modo possibile". 

Sottolineando che "il problema di fondo di tutta questa faccenda sono sicuramente l'occupazione e il sistema di apartheid" adottato da Israele, l'ex negoziatore di Fatah analizza la scena politica palestinese, auspicando che si tengano elezioni al più presto. Se ci sarà "un vero processo democratico e si terranno elezioni libere", sentenzia Barghouti - ricordando che "l'Anp non ha consentito il voto e gli Stati Uniti e Israele hanno ostacolato la possibilità di elezioni nel 2021 - né Hamas né Fatah avranno la maggioranza. E in tal caso avremo un sistema democratico pluralistico. Hamas ne farà parte, ma non governerà da sola. Ed il divieto di democrazia è la ragione per cui Hamas resta al potere a Gaza". 

"In generale Hamas fa parte della struttura palestinese. Non scomparirà - conclude Barghouti - Il problema non è tanto Hamas, quanto il prosieguo dell'occupazione israeliana che si è trasformata in un sistema di apartheid. Quaranta anni fa non c'era Hamas, ma ogni volta che i palestinesi cercavano di rivendicare la loro libertà, venivano accusati di essere terroristi. Prima era terrorista l'Olp, poi era terrorista Fatah, ora è terrorista Hamas. Negli Stati Uniti l'Olp è ancora considerato terrorista. Quindi la domanda è: i palestinesi hanno il diritto, come gli israeliani, di vivere in pace oppure no? I palestinesi hanno il diritto di lottare per i propri diritti oppure no?". 

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