Gatti (Steel Spa): “Stop all’importazione di acciaio russo, il distributore sceglie dove acquistare e certifica la provenienza”
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Gatti (Steel Spa): “Stop all’importazione di acciaio russo, il distributore sceglie dove acquistare e certifica la provenienza”

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(Adnkronos) - L’azienda piacentina ha da tempo ampliato lo spettro dei propri fornitori, approfittando anche del grande sviluppo di Cina e India  

Piacenza, 31 ottobre 2023.L’incertezza internazionale, il conflitto in Ucraina e la crisi climatica portano alla modifica delle norme europee che regolano l’importazione

dell’acciaio e in generale dei prodotti siderurgici. Due sono le principali novità, che hanno effetti determinanti sull’intero settore. La prima rientra nell’ambito delle misure restrittive attivate nei confronti della Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina: sono vietati l’importazione, il trasporto e l’acquisto di prodotti siderurgici provenienti dalla Federazione Russa, nonché di manufatti che li contengano. L’altra novità è l’avvio del Cbam, il meccanismo di adeguamento al carbonio alle frontiere, che rientra nella strategia europea per la neutralità climatica e – dopo una fase transitoria in cui chi importa dovrà solo caricare nel sistema una serie di informazioni sulle operazioni effettuate – prevederà il pagamento di una quota proporzionale alle emissioni provocate.  

La prima misura è in vigore dall’inizio di ottobre. “Ai distributori viene chiesto di compilare una dichiarazione in cui si attesta che il materiale trattato non proviene dalla Russia e non è stato lavorato lì” spiega Marco Gatti, amministratore delegato di Steel Spa, società piacentina che da decenni opera nel campo della distribuzione e della lavorazione dell’acciaio, consapevole di poter gestire la nuova prescrizione senza particolari difficoltà: “Diverse aziende produttrici hanno sede In Russia e Bielorussia, ma come azienda da tempo non acquistiamo più su quel mercato, diventato poco competitivo dal punto di vista economico”. Una scelta, questa, che oggi si rivela decisamente azzeccata, dal momento che chi ha ancora in magazzino l’acciaio acquistato in quei paesi ora non può rivenderlo.  

Del resto affidarsi a un distributore esperto e competente consente alle aziende di non dover gestire in prima persona una componente burocratica sempre più complessa. “Lavorando con qualche decina di acciaierie di fiducia sparse in tutto il mondo siamo in grando di verificare la provenienza del materiale e di certificarla, operazione che sarebbe molto più complessa per un’impresa che decidesse di acquistare l’acciaio in autonomia direttamente dai diversi produttori” aggiunge Gatti, che, grazie all’esperienza accumulata negli anni, ha saputo interpretare correttamente le dinamiche del mercato. “Ci siamo mossi in due direzioni – racconta l’imprenditore –. Da una parte abbiamo consolidato i rapporti già in essere con i partner europei e italiani, dall’altra abbiamo guardato a nuovi mercati. Negli ultimi anni molte aziende europee hanno spostato le loro sedi produttive in Cina e in India, costruendo lì impianti cha oggi risultano addirittura più efficienti di quelli occidentali. Acquistare da loro significa avere prodotti di qualità eccellente a prezzi competitivi”. E a facilitare l’applicazione della nuova normativa è anche il fatto che molti operatori del Medio ed Estremo Oriente, consci dell’imminente arrivo delle sanzioni nei confronti della Federazione Russa, già da tempo fornivano la documentazione necessaria a provare che il loro acciaio non avesse nulla a che fare con il paese.  

Contatti: http://www.steelacciai.com/  

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.