Funziona per ridurre il danno da tabacco, ma continuano le critiche alle sigarette elettroniche: perché?
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Funziona per ridurre il danno da tabacco, ma continuano le critiche alle sigarette elettroniche: perché?

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(Adnkronos) -

Udine, 15/01/2024 - L'acceso dibattito tra chi è a favore della causa dell'e-cig e chi invece vorrebbe abolirle immediatamente non sembra volersi placare, nemmeno dopo più di un decennio dal suo lancio sul mercato in Italia. Eppure, i dubbi (non pochi) che ancora oggi circolano sulla sigaretta elettronica non toccano solo il Bel Paese, ma diverse altre Nazioni, alcune delle quali hanno preso provvedimenti per contrastarne la diffusione. Nonostante c'è chi non riesce ad apprezzare questo dispositivo, i suoi benefici in fatto di riduzione dei danni da fumo sono in ogni caso evidenti. 

 

La delicata questione che aleggia sull'uso della sigaretta elettronica riguarda per lo più gli effetti negativi che quest'ultima avrebbe sugli adolescenti. A dire di molti, infatti, l'e-cig non farebbe altro che spingere i più giovani sulla strada del fumo, invogliandoli a provare la moda dello svapo così da non lasciarla più e facendo loro prendere il temibile "vizio". D'altra parte, però, indagini i cui risultati sono sostenuti fortemente da realtà specializzate in e-cig come svapostore.net, hanno dimostrato un'immagine non del tutto negativa su questo device. 

Secondo quanto riportato su un articolo del The Conversation, la sigaretta elettronica avrebbe contribuito alla riduzione dei tassi di fumo in Australia. Si parla di una percentuale volata dal 24% all'11%, un numero piuttosto considerevole. In questo contesto, l'e-cig diventa uno strumento utile per la cosiddetta riduzione del danno, al pari delle altre alternative al fumo come cerotti o gomme alla nicotina. La nicotina contenuta nelle sigarette provoca infatti dipendenza, perciò chi tenta di smettere di fumare cerca di procurarsi questa sostanza per vie traverse e più sicure. Ciò che bisogna sottolineare è che "più sicure" non significa prive di rischi: anche lo svapo non può considerarsi salutare, ma gli esperti hanno confermato che è il 95% più sicuro rispetto al fumo tradizionale. 

 

Passando al rapporto tra lo svapo e giovani, la questione diventa ancora più sottile. I dati ci mostrano come nel biennio 2017-2019 il numero di giovani che svapano sia aumentato, raggiungendo la percentuale del 27,5% (il 15,8% in più). La spiegazione a questo fenomeno è, tuttavia, tutt'altro che allarmante, anche secondo gli esperti di Svapostore. Non è cosa rara o insolita che proprio gli adolescenti vogliano provare nuove esperienze, e lo svapo è proprio una di queste. La maggior parte di loro, quindi, non svapa con frequenza.  

L'altro dato interessante è che moltissimi giovani che usano le sigarette elettroniche sono in realtà ex fumatori: ciò significa che l'e-cig sostituisce la sigaretta tradizionale, mostrandosi a tutti gli effetti come uno strumento grazie al quale smettere o quantomeno ridurre i rischi per la salute. All'aumentare degli svapatori, dunque, scende vertiginosamente quello dei fumatori. 

 

Tutti i recenti studi sembrano in ogni caso non bastare per tranquillizzare la fazione di chi è contro le e-cig. Le loro posizioni sono sostenute dalle numerose vicende che hanno portato a lesioni alle vie respiratorie e talvolta alla morte di alcuni svapatori. Ciò che si nasconde probabilmente dietro a queste tristi storie è però il mercato nero, colpevole della circolazione di prodotti dalle più disparate composizioni. L'unico modo per contrastare l'illegalità che, come sempre, non porta nulla di buono, è regolamentare in modo chiaro e preciso sia i prodotti svapo sia quelli a combustione. Non hanno infatti alcun senso le misure adottate da molti Paesi statunitensi, per esempio, che hanno bloccato la vendita di prodotti con nicotina, consentendo invece quelli con THC. Allo stesso modo, non ha senso vietarne l'uso per poi incombere nelle conseguenze tipiche del proibizionismo (basti pensare al divieto legato all'alcool o alla droga). 

Ma allora, cosa bisogna fare per tutelare i minori? Il Regno Unito sembra averci dato la soluzione. Qui infatti vige una normativa che consente la vendita di prodotti a base di nicotina solo a maggiorenni e solo se riportano chiaramente informazioni circa la loro provenienza e composizione. Per di più, sono vietati invece i liquidi da svapo con THC. Un buon modello da prendere come esempio. 

Per informazioni: 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.