Roma, 30 aprile 2021 - La cura dei tumori ha subito un rallentamento a causa della pandemia Covid-19, molti interventi chirurgici sono stati rimandati e alcuni pazienti non sono andati negli ospedali per la chemioterapia per paura del virus e le liste d’attesa sono notevolmente aumentate a causa del carico di lavoro delle strutture
“Dall’inizio della pandemia il 70 per cento circa delle oncologie in Italia non ha avuto una effettiva riduzione di attività, se non in minima parte, e ciò dimostra lo straordinario impegno messo in campo da quanti operano in questo comparto medico strategico. Il 20 % dei pazienti oncologici hanno rinunciato di loro spontanea volontà a recarsi in ospedale per visite o terapie, disdicendo trattamenti o appuntamenti già fissati. La fiducia dei pazienti spesso è stata erosa dal clima generalizzato di una informazione gridata, troppe volte sensazionalistica, attorno al Coronavirus, ed ha messo in profondo disagio medici, personale sanitario, pazienti. La scienza e la coscienza medicoscientifica ogni giorno spostano le frontiere della guarigione e negli anni a venire dobbiamo riprendere questo cammino, rilanciare la spirale virtuosa tra ricerca, studi, profilassi e partecipazione attiva: la medicina, l’arte medica, l’assistenza socio-sanitaria non devono mai essere vittime degli effetti collaterali del Covid”, ha spiegato Roberto Ciambetti, Presidente Consiglio Regionale del Veneto
“Durante l’epidemia da SARS-COV 2 si è manifestato una riduzione delle prestazioni per i pazienti affetti da patologia tumorale. La maggiore emergenza è stata evidenziata nei processi di screening del tumore mammario, del tumore del colon-retto e della cervice uterina, con la riduzione se non la sospensione degli stessi in riferimento ai periodi di lockdown e alla regionalità delle prestazioni.
Altra emergenza, la patologia oncologica necessaria di intervento chirurgico che ha avuto un arresto, specie durante il primo lockdown e in misura diversa nelle varie regioni d’Italia. Durante l’emergenza Covid-19 siamo riusciti a mantenere costanti, in molte realtà oncologiche, le prestazioni di chemioterapia e di terapie orali. Abbiamo solo rinviato i pazienti del follow-up, recuperandoli successivamente, sempre dopo la valutazione dell’oncologo se il controllo poteva essere differito o eseguito in altra modalità con l’utilizzo della telemedicina”, ha detto Livio Blasi, Presidente CIPOMO "La pandemia da COVID-19 ha fortemente impattato sulle attività sanitarie, anche se per quanto possibile l'area oncologica è stata salvaguardata, così come le prestazioni urgenti e non differibili.
Oggi, in base all’evoluzione dell’infezione a livello nazionale e regionale, è comunque fondamentale ripristinare in successione il livello erogativo e mettere in atto programmi per il recupero delle prestazioni", ha dichiarato Franco Ripa, Dirigente Responsabile Programmazione Sanitaria e Sociosanitaria, Vicario Direzione Sanità e Welfare Regione Piemonte Ufficio stampa Mondosanità
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