Dr.ssa Silvia Ussai: con il Covid bisogna guardare oltre i dati per convincere gli indecisi
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Dr.ssa Silvia Ussai: con il Covid bisogna guardare oltre i dati per convincere gli indecisi

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(Adnkronos) - Silvia Ussai spiega come applicare le strategie di gestione dei conflitti nell’attuale situazione pandemica: perché dare solo i numeri ai cittadini non è sufficiente 

Milano, 2 Febbraio 2022. Silvia Ussai, medico ed alumna del prestigioso Program on Negotiation della Harvard Law School (USA)

afferma: “Influenzare l’opinione pubblica non è più soltanto un affare dei politici, ma investe direttamente anche i medici, che negli ultimi decenni hanno individuato una serie di geni ed ormoni che regolano la sfera delle emozioni e delle decisioni.” 

Si chiama “neuroscience of influence”, ovvero la scienza che studia i meccanismi alla base della persuasione, diventato un tema di grande interesse nel contesto dell’infodemia da COVID-19.  

“Una variante del recettore dell'ossitocina, nota come Oxtr rs53576 è associata all’empatia, allo stesso modo in cui la variante 7R del recettore per la dopamina DRD4 sembra correlata al pensiero flessibile. D’altra parte, già in epoca pre-pandemica gli studiosi giungevano a conclusione che gli esseri umani si sono evoluti grazie al cooperare, ma non in via generale, solo con certi altri umani (Green, 2014)”, spiega la Dott.ssa Ussai. 

Si pensi al principio di reciprocità che tutti noi sperimentiamo nella nostra quotidianità: se sorridiamo a qualcuno, anche una persona che non conosciamo, questa ci sorriderà in ritorno.  

Silvia Ussai spiega la Neuroscience of influence: le strategie di gestione dei conflitti nella pandemia 

La scienza che opera nella gestione dei conflitti e nelle negoziazioni ci insegna anche che l’istinto interviene temporalmente prima dell’elaborazione razionale. 

“L’analisi di importanti sondaggi pubblicati negli ultimi decenni porta incontrovertibilmente in questa direzione”, spiega Silvia Ussai.  

“Nel 2008, WorldPublicOpinion.org ha intervistato un campione di 20,000 soggetti di 17 nazionalità diverse chiedendo loro di identificare il responsabile dell’attacco World Trade Center a New York, che causò la morte di 3,000 persone. Lo studio rivela come non più del 5% degli intervistati di nazionalità pakistana crede che ad aver commesso gli attentati sia al-Qaeda; il 43% degli egiziani pensa che l’attacco sia partito da Israele ed il 36% dei turchi indica quale responsabile lo stesso governo degli Stati Uniti”, continua la dr.ssa Silvia Ussai.  

Un altro caso emblematico riguarda il sondaggio presidenziale proposto da NBC News nel 2016 da cui emerge la convinzione, per il 72% dei repubblicani partecipanti al poll, che Barack Obama non sia nato negli Stati Uniti. 

Ecco che per distinguere i fatti dalle opinioni e convincere gli indecisi circa l’importanza della vaccinazione anti COVID-19 i soli dati scientifici saranno verosimilmente insufficienti.  

“Sarà necessario applicare alle campagne di comunicazione strumenti raffinati che tengano conto dell’identità, delle possibili condizioni di esclusione e delle disuguaglianze, ovvero, tutte le condizioni possibilmente favorenti la persistenza di false credenze nonostante certe evidenze a prova contraria”, conclude la dott.ssa Silvia Ussai, che vanta una lunga esperienza nel settore della cooperazione internazionale. 

Responsabilità editoriale: TiLinko - Img Solutions srl 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.