Silvia Ussai sul vaiolo delle scimmie: casi in Italia ma la situazione non deve preoccupare
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Silvia Ussai sul vaiolo delle scimmie: casi in Italia ma la situazione non deve preoccupare

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(Adnkronos) - Cosa c’è da sapere sull’infezione che sta spaventando l’Europa con le parole della Dott.ssa Silvia Ussai 

Milano, 27 Maggio 2022. Dal 13 maggio 2022, sono stati segnalati casi di vaiolo delle scimmie (monkeypox) provenienti da 19 Paesi non endemici per il virus. 

Come chiarisce la

Dottoressa Silvia Ussai, si definiscono endemici quei paesi in cui la malattia si considera già caratteristica. In questo caso sono: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (dove è stata identificata solo negli animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan.  

Le indagini epidemiologiche sono in corso, tuttavia i casi segnalati finora non hanno collegamenti di viaggio accertati con aree endemiche. 

“Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, i casi sono stati identificati tra individui che hanno avuto un contatto fisico ravvicinato con una persona affetta da monkeypox, mentre questa era sintomatica. I referti clinici indicano che si tratta principalmente, ma non esclusivamente, di rapporti omosessuali” – spiega la Dr.ssa Silvia Ussai, medico e membro della Società Italiana di Farmacologia.  

Il periodo di incubazione per il virus è solitamente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. Il monkeypox – rispetto al vaiolo– è meno letale: il rischio di morte, infatti, è tra l’1e il 3% contro il 30% del vaiolo tradizionale. 

Il vaiolo delle scimmie determina sintomi quali eruzioni cutanee, febbre, mal di testa, dolori muscolari – prosegue la dottoressa Ussai. 

Silvia Ussai: l’evoluzione è ancora controllata  

Ad oggi, tutti i casi confermati sono stati identificati come originati da un unico cluster, indicando una stretta corrispondenza tra il virus del vaiolo che sta causando l’attuale epidemia e i casi esportati dalla Nigeria in Regno Unito, Israele e Singapore nel 2018 e 2019. 

“La situazione è ancora poco definita e in evoluzione, ma nel frattempo il Belgio ha introdotto una quarantena obbligatoria di 21 giorni per i pazienti con infezione confermata” – continua Silvia Ussai.  

Dagli Stati Uniti, intanto, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sta mobilizzando scorte del vaccino Jynneos, autorizzato nel Paese sia contro il vaiolo tradizionale che contro quello delle scimmie. In Europa, il vaccino Imvanex è stato approvato dall’Agenzia europea per i medicinali nel 2013 contro il vaiolo tradizionale, poi dotato di un uso off-label per i casi di monkeypox. 

Anche le richieste di fornitura per Tecovirimat sono in aumento: il farmaco è stato approvato nel 2018 dalla Fda come antivirale per il vaiolo e dall’Ema anche contro il monkeypox, il vaiolo bovino e le complicazioni derivanti dall’immunizzazione con la vaccinia. 

Responsabilità editoriale: TiLinko – Img Solutions srl 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.