La crisi dovuta alla pandemia ha colpito in maniera fortemente diseguale i diversi settori del terziario. Duramente colpiti risultano i servizi di alloggio e ristorazione, con una perdita di valore aggiunto del 36% ed una perdita occupazionale
Allargando lo sguardo, sette su undici dei settori dei servizi hanno subito perdite significative sia per occupazione che per valore aggiunto, mentre la maggior parte dei settori del ‘secondario’ (manifattura, minerario, utilities) e l’istruzione hanno visto un drastico calo del valore aggiunto, ma senza perdite significative di occupazione.
Questo fatto non risponde solo a logiche differenze strutturali tra settori nella sensibilità al distanziamento sociale, ma anche a un ruolo delle politiche del lavoro introdotte per fronteggiare la crisi. Queste politiche, espansione della cassa integrazione guadagni e blocco dei licenziamenti, si applicano esclusivamente ai lavoratori a tempo indeterminato. I settori con un’incidenza maggiore di dipendenti a tempo indeterminato, come manifattura ed istruzione, sono anche quelli che riportano una perdita occupazionale minore, al netto della perdita di valore aggiunto intercorsa.