Libro Vannacci, C. Mirabelli: "Libertà pensiero incomprimibile, ma ci sono vincoli lealtà"
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Gio, Mag

Libro Vannacci, C. Mirabelli: "Libertà pensiero incomprimibile, ma ci sono vincoli lealtà"

Politica
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(Adnkronos) - "La libera manifestazione del pensiero non è comprimibile, ma c'è un tema diverso di correttezza e lealtà verso le istituzioni che si rappresentano", nel caso di Roberto Vannacci, il generale autore del libro 'Il mondo al contrario', comandante della Brigata 'Folgore' sollevato dal comando e rimosso da capo

dell'Istituto geografico militare di Firenze . " C'è da vedere quanto questi contenuti siano lesivi del rapporto di lealtà verso l'istituzione che si rappresenta - osserva il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, commentando l'apertura di un procedimento disciplinare che sta infiammando il dibattito politico e social in questa settimana di Ferragosto - Anche nell'ambito privato il dipendente di una azienda che descrive come negativo il prodotto che l'impresa per cui lavora sviluppa e commercializza, sta manifestando una sua opinione, che può essere fondata. Ma è corretto? Senz'altro ha un obbligo di correttezza verso l'istituzione che rappresenta. Il discrimine è quindi molto delicato".  

Prendiamo il caso dell'atleta Paola Egonu, in cui l'autore scrive: "E’ italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità". L'affermazione è lesiva? "C'è una ferita del principio di eguaglianza ed una valutazione del profilo razziale, ipotesi che contraddirebbero la impostazione costituzionale, manifestando una non lealtà con la Costituzione. La valutazione, che è difficile dare, sarà fatta nell'ambito del procedimento disciplinare e dipende dal complesso di enunciazioni fatte". Come valuta il contesto in cui è inserita la frase? "Vero e falso al tempo stesso - risponde Mirabelli di seguito alla lettura con l'Adnkronos di parte del capitolo IV 'La società multiculturale e multietnica' in cui è citata l'Atleta - perché la stessa cultura nazionale è la sedimentazione di una serie di mutamenti storici. C'è una dinamica di lungo periodo, guardiamo ai longobardi o agli imperatori romani che venivano dalla Spagna o dalla Macedonia...". 

"Naturalmente sussiste, ed è cosa diversa, la cancellazione della memoria storica, che è anti storica - commenta il presidente emerito sul riferimento alla 'cancel culture' contenuto nel IV capitolo in questione - Ma tutto ciò posto, che cose ne ricava? Se ne ricava una esigenza di distinguere i cittadini sulla base della loro provenienza e della etnia di appartenenza, cosa che si pone fuori dalla linea costituzionale. Allora dal punto di vista di Vannacci dovremmo dire che gli alto atesini non sono parte della italianità?". "Volendo classificare (l'analisi di Vannacci- ndr): il ragionamento sull'atleta ha una percentuale di verità ed un'altra percentuale di inesattezza e falsità - prosegue - In tutte le cose c'è una migrazione delle idee che contamina, non è italiana la pizza hawaiana ma è una contaminazione di un elemento culturale gastronomico italiano. Allora questo va combattuto? Vannacci difende giustamente una identità nazionale, ma lo fa in modo non adeguato se il suo ragionamento induce ad una valutazione o gerarchizzazione delle persone sulla base della loro origine. Gli sportivi di colore sono ascari? Se induce o no a questo, sarà oggetto del giudizio" in capo al provvedimento disciplinare. 

Mirabelli conclude la conversazione con l'Adnkronos ricordando che "il dovere di rispettare i principi democratici e la Costituzione è scritto nella Costituzione stessa" e che "si applica a chi svolge funzioni pubbliche o anche militari e privati". "Non ho elementi per esprimere una condanna su Vannacci. In linea di principio astratto la libertà di espressione e pensiero è incomprimibile, ma vi possono essere elementi di lealtà che vincolano dal non esprimersi, non per comprimere la libertà di pensiero ma a garanzia dello svolgimento di una determinata funzione. Su questo l'equlibrio è molto delicato: non deve ferire la libertà di manifestazione di pensiero, ma va sanzionato ciò che va in contrasto con lo svolgimento di determinate funzioni".  

Segue parte del IV capitolo in cui è contenuto il riferimento a Paola Segonu: ".....È vero che la cultura è un prodotto storico, è in costante divenire e si arricchisce giorno per giorno mutando ma è anche vero che questi infinitesimali correttivi dell’ultima ora hanno un impatto insignificante su ciò che si è cristallizzato in 5000 anni di storia. Se lo dovrebbero stampare bene nella mente i fanatici della “cancel culture” che vorrebbero tirare un colpo di spugna su storia e tradizioni millenarie. Anche se abbiamo seconde generazioni di Italiani dagli occhi a mandorla, il riso alla cantonese e gli involtini primavera non fanno parte della cucina e della tradizione nazionale; anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può invece scorgere in tutti gli affreschi, i quadri e le statue che dagli etruschi sono giunti ai giorni nostri; anche se vi sono portatori di passaporto italiano che pregano nelle moschee, ciò non cancella 2000 anni di cristianità. La società cambia, e così la cultura, ma ogni popolazione ha il sacrosanto diritto, ed anche il dovere, di proteggere le proprie origini e le proprie tradizioni da derive e da tangenti che le snaturerebbero. Sono ormai più di cinquant’anni che abbiamo McDonald’s in Italia e che milioni di italiani si cibano dei suoi prodotti, ma nessuno si azzarda a dichiarare che i panini con hamburger e ketch-up facciano parte della cucina tricolore. E fa benissimo Vissani, o qualunque altro virtuoso della culinaria, ad insorgere quando si vorrebbero applicare delle arbitrarie ed esotiche varianti ad una delle grandi espressioni dell’arte nazionale. Analogamente, per quanto crescano le percentuali di stranieri o di cittadini italiani “acquisiti”, fare il distinguo su ciò che appartiene alla cultura nazionale e ciò che è importato è indice di tutela di un patrimonio culturale vecchio di millenni e non di inutile sciovinismo o di xenofobia....". (di Roberta Lanzara) 

 

 

 

 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.