(Adnkronos) - Bravi in campo il lunedì e poi sempre meno sino al venerdì. Una nuova dimostrazione del ruolo chiave del sonno per le prestazioni fisiche e cognitive arriva da una ricerca dell'Università di Pisa pubblicata sul Journal of Biological Rhythms. L'equipe di Sonnolab del Dipartimento di ricerca traslazionale e
"Nell'uomo, così come in altri animali, la transizione dall'infanzia all'adolescenza si accompagna a uno spostamento in avanti degli orari del sonno, ma questo può entrare in conflitto con la necessità di svegliarsi presto per esempio per andare a scuola - spiega Simone Bruno, dottorando in Scienze cliniche e traslazionali dell'ateneo pisano - e così il 'social jetlag' e la privazione di sonno cronica possono avere conseguenze negative su vari aspetti della fisiologia dei più giovani, come il rendimento scolastico e sportivo e l’apprendimento di nuove competenze".
Durante la ricerca i ragazzi dovevano eseguire sessioni multiple da 10 tiri liberi sia durante le vacanza estive, sia mentre andavano a scuola: nel complesso sono stati raccolti i risultati di quasi 8.000 tiri liberi. Da quanto è emerso, le conseguenze del debito di sonno non sarebbero uguali per tutti: ad accusarne maggiormente gli effetti sono infatti i cosiddetti 'gufi', cioè coloro che hanno un cronotipo serotino e quindi una tendenza spiccata ad andare a letto tardi. "I risultati ottenuti supportano l'idea che gli orari della scuola non corrispondano alla biologia del ritmo del sonno degli studenti - sottolinea Ugo Faraguna, docente del Dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell'Università di Pisa e direttore del Sonnolab - e che posticipare l'orario di inizio delle lezioni potrebbe garantire loro numerosi benefici, non solo in ambito sportivo".