La pressione positiva continua delle vie aeree (Cpap) erogata tramite scafandro - quel casco trasparente che in era pandemica è diventato uno degli strumenti principali per il trattamento dell'insufficienza respiratoria acuta legata a Covid-19 - può ridurre il rischio per le donne incinte di finire intubate. E' quanto emerge da
Gli esperti hanno voluto approfondire l'applicazione della tecnica in questa categoria di pazienti poiché l'esperienza era finora "molto scarsa", spiegano gli autori del lavoro che è stato pubblicato sulla rivista 'Plos One'. Il lavoro congiunto di Pneumologia e Terapia intensiva dell'Asst Monza con l'Ostetricia della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma (Mbbm) ha permesso di estendere casistica e risultati, "con esiti positivi". Lo studio mira a descrivere la storia naturale e l'esito dell'insufficienza respiratoria in una coorte di donne in gravidanza con polmonite da Sars-CoV-2, concentrandosi sull'efficacia e sicurezza dell'applicazione della Cpap e sui fattori di rischio associati al peggioramento dell'insufficienza respiratoria stessa.
Nella coorte di pazienti arruolate nello studio, il 66% ha mostrato necessità di ossigenoterapia e il 24% ha richiesto l'applicazione della Cpap tramite casco. Nelle 10 paziente che hanno effettuato Cpap si è osservato "un significativo miglioramento dell'ossigenazione e il presidio è stato ben tollerato in tutti i casi senza eventi avversi".