(Adnkronos) - “L’Aifa ha appena approvato la rimborsabilità di venetoclax in combinazione con obinutuzumab come trattamento di prima linea per tutti i pazienti adulti con diagnosi di Leucemia linfatica cronica. Per noi ematologi questa novità rappresenta un ulteriore passo in avanti verso una più accurata
“Negli ultimi anni - ricorda Tedeschi - il panorama terapeutico della Llc è cambiato radicalmente con l’arrivo di farmaci biologici: si tratta di agenti target che interferiscono con i meccanismi responsabili della crescita e sopravvivenza delle cellule leucemiche. Di conseguenza anche il nostro approccio terapeutico si è radicalmente modificato passando da una terapia a durata fissa con immuno-chemioterapia a una terapia continuativa con gli inibitori di Btk, la prima terapia biologica ad essere disponibile. Oggi la combinazione venetoclax + obinutuzumab rappresenta un ulteriore cambio di approccio terapeutico perché si unisce il vantaggio di una strategia terapeutica a durata fissa con l’efficacia di una terapia target, evitando la chemioterapia. Grazie a questa combinazione terapeutica, della durata di un solo anno, abbiamo raggiunto l’obiettivo di migliorare la profondità della risposta con conseguente prolungamento della durata della risposta e quindi periodo di benessere in assenza di malattia. Questo trattamento offre pertanto al paziente l’opportunità di vivere libero dalla terapia e dagli eventuali eventi avversi correlati. La nuova indicazione è un importante passo in avanti sia per i pazienti che per i medici".
La Leucemia linfatica cronica è una malattia tipica dell’età avanzata, l’età media dei pazienti è di circa 72-75 anni e per questo motivo “sono pazienti che spesso hanno anche patologie concomitanti o comorbidità. Avere pertanto per loro una nuova strategia terapeutica, efficace, a durata definita nel tempo ma che non sia chemioterapia e soprattutto ben tollerata, è sicuramente un importante vantaggio", conclude l’ematologa. Venetoclax era già usato nei pazienti con Llc ricaduti o refrattari con una durata della terapia pari a 24 mesi, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata non solo sulla base di evidenze scientifiche ma anche dalla pratica clinica.