Follicoli piliferi coltivati 'in provetta', una speranza anti-calvizie
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
12
Dom, Mag

Follicoli piliferi coltivati 'in provetta', una speranza anti-calvizie

Salute e Benessere
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

(Adnkronos) - Follicoli piliferi coltivati e cresciuti 'in provetta': un aiuto alla ricerca farmacologica e una speranza per nuove cure anti-calvizie. E' il risultato annunciato da un gruppo di scienziati giapponesi della Yokohama National University, in uno studio pubblicato su 'Science Advances'. Il team è riuscito a ottenere in

vitro, con un'efficienza pari a quasi il 100%, organoidi follicolari con tanto di 'capello'. Repliche in miniatura dotate di fusti piliferi che, dopo 23 giorni in coltura, hanno raggiunto una lunghezza di circa 3 millimetri.  

Il modello di follicolo pilifero messo a punto dall'équipe nipponica - sostenuta nelle sue ricerche anche da fondi istituzionali - oltre a migliorare la comprensione di come si sviluppano queste strutture, secondo gli autori del lavoro potrebbe contribuire allo sviluppo e alla valutazione di terapie contro la perdita di peli e capelli, all'analisi di trattamenti pigmentanti e alla messa a punto di soluzioni per rigenerare follicoli. Analizzando infatti il possibile utilizzo di questi organoidi per lo screening di farmaci e la medicina rigenerativa, gli scienziati sono riusciti da un lato a pigmentare i 'peli' coltivati aggiungendo al brodo di coltura un farmaco che stimola i melanociti. E dall'altro, trapiantando gli organoidi hanno ottenuto un'efficiente rigenerazione di follicoli che hanno prodotto più cicli di 'capelli'.  

Per il futuro, i ricercatori intendono ottimizzare il nuovo sistema di coltura organoide impiegando cellule umane. "Il nostro prossimo passo sarà usare utilizzare cellule di origine umana - anticipa Junji Fukuda, tra gli autori - e fare domanda per poter sviluppare di farmaci e trattamenti rigenerativi". 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.