(Adnkronos) - Mentre l’università San Raffaele di Milano ha da poco annunciato la data di apertura delle iscrizioni ai test d'ammissione a Medicina, prevista per il 25 ottobre, inaugurando la formula della 'doppia prova' introdotta dalla riforma, gli addetti ai lavori continuano a rimanere scettici. Gli esperti di Consulcesi, che
"Non è una riforma vera e propria. Il sistema di accesso ai test è sempre lo stesso. Sono solo stati raddoppiate le possibilità consentendo agli studenti di iniziare a farlo al quarto anno di superiori", spiega l’avvocato Marco Tortorella, legale Consulcesi, in un webinar intitolato 'Test Medicina e ora che succede?', che in poco più di una settimana ha raddoppiato le sue visualizzazioni, passando da 10mila a circa 20mila. Gli studenti quindi verranno selezionati, come già avviene da moltissimi anni, in base a chi svolge la prova migliore. "Insomma, rimane il numero chiuso e rimangono i soliti test", evidenzia il legale. "Quindi non garantisce l'ingresso dei più meritevoli, ma rimane sempre un sistema rigido e difettoso”, aggiunge.
I legali di Consulcesi sono attualmente impegnati nella valutazione delle numerosissime segnalazioni, molte delle quali diventeranno oggetto di ricorsi all’autorità amministrativa. “Qualcosa a cui siamo ormai abituati e che credo che questa riforma non cambierà”, sottolinea Tortorella.
Negli ultimi 20 anni lo strumento del ricorso alla giustizia amministrativa ha permesso a decine di migliaia di studenti, esclusi ai test di selezione alla facoltà di Medicina, di iscriversi, di studiare, di fare gli esami e infine di laurearsi. "Le ordinanze del Consiglio di Stato che si sono susseguite negli anni a favore degli studenti ricorrenti confermano ulteriormente che questo sistema è inadatto a selezionare i più meritevoli”, dice Tortorella. “Già nel 2018-2019 il Consiglio di Stato ha addirittura ritenuto inadeguato l'utilizzo della capacità ricettiva degli atenei, cioè quanti studenti possono accogliere nelle loro facoltà, come unico parametro per stabilire i posti disponibili nelle varie facoltà di Medicina. In quell'occasione - prosegue - il Consiglio di Stato ha evidenziato la necessità di considerare nella scelta del numero dei posti anche il fabbisogno nazionale, che sappiamo essere ben superiore rispetto a quanti studenti viene data la possibilità di entrare nella facoltà di Medicina".
Una vera riforma, secondo il legale di Consulcesi, è quella in cui viene definitivamente abolito il numero chiuso. "A mio avviso dovrebbe essere garantito un accesso libero o semilibero - sottolinea Tortorella - al primo anno, strutturando il percorso accademico in modo da spostare più avanti le attività che prevedono l'utilizzo di strumenti che sono pochi. Per poi procedere a una selezione che è comunque anche più naturale. In questo modo si può effettivamente modulare la selezione sull’effettiva capacità degli studenti e in base alle esigenze del nostro sistema sanitario”.