"La donna che visse due volte", dal film di Hitchcock al teatro Ciak
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02
Gio, Mag

"La donna che visse due volte", dal film di Hitchcock al teatro Ciak

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Se la donna del titolo ha 'vissuto' due volte, il suo personaggio di vite ne ha avute almeno tre: quella letteraria del thriller scritto dagli autori francesi Thomas Narcejac e Pierre Boileau, quella cinematografica e famosissima del film firmato dalla regia di Alfred Hitchcock e quella della riduzione teatrale, che vede ora fino a domenica 'La donna che visse due volte' interpretata da Ruben Rigillo e Linda Manganelli al teatro Ciak di Roma, per la regia di Anna Masullo, in una produzione targata Stabile del Giallo.

Ruben Rigillo con Linda Manganelli in
Ruben Rigillo con Linda Manganelli in "La donna che visse due volte" al teatro Ciak di Roma

 

La trama è quella resa celebre dal lungometraggio che, secondo un recente sondaggio commissionato dal British Film Institute, è addirittura "il miglior film americano di tutti i tempi". Protagonista è l'ex investigatore Scottie che, lasciata la polizia perché sofferente di vertigini dopo una crisi emotiva dovuta a un episodio che costò la vita a un suo collega nel tentativo di essere salvato, viene contattato per sorvegliare una donna che potrebbe avere tentazioni suicide. Il fascino da lei esercitato lo porterà a seguire e inseguire prima lei fino all'apparente suicidio e poi quella che crede essere come una sua sosia, attratto da questa sorta di duplice identità che solo alla fine rivelerà la sua origine.

"Siamo davanti a un thriller senza tempo, come senza tempo è il sentimento che lo domina, ovvero l'amore - si sottolinea nelle note di regia di Anna Masullo - Non è però una storia d'amore bensì una storia sull'amore, sul sentimento più sublime e più devastante che un uomo possa provare. Quando questo sentimento si radica nell'animo umano, può portare a compiere azioni in cui la passione prende il sopravvento su ciò che di più lirico l'amore rappresenta; e la vendetta sottolinea la spirale negativa in cui è facile cadere e dalla quale ci si può salvare soltanto perdonando".

(di Enzo Bonaiuto)

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