Cederna è 'Zio Vanja' al Parioli di Roma, fra tragedia e commedia
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Ven, Mag

Cederna è 'Zio Vanja' al Parioli di Roma, fra tragedia e commedia

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L'opera del drammaturgo russo Anton Cechov per la regia di Roberto Valerio

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Una scena di "Zio Vanja" di Anton Cechov con (al centro) Giuseppe Cederna al teatro Parioli di Roma

 

Un dramma che il suo autore considerava in verità una commedia: è 'Zio Vanja' del drammaturgo russo Anton Cechov che vede protagonista nel ruolo del titolo Giuseppe Cederna, diretto dal regista Roberto Valerio che cura anche l'adattamento dell'opera, in scena fino a domenica al teatro Parioli di Roma prima che lo spettacolo, prodotto da Atp Pistoia, prosegua la sua tournée toccando fra le varie sale il teatro degli Animosi di Carrara, il Curci di Barletta e il Verdi di Pisa. 'Zio Vanja' debuttò alla fine dell'Ottocento al Teatro dell'Arte di Mosca con la regia di Stanislavskij, che volle rappresentare le grandi illusioni e la 'prigione' metaforica della noia, una sorta di maschera della paura che paralizza l'azione e impedisce di realizzare i progetti e dunque vista e descritta come l'anticamera della depressione.

La scenografia prevede uno spazio vuoto, con in primo piano una vecchia credenza e un tavolo, elementi che rimandano alla quotidianità della vita in campagna, mentre sullo sfondo appaiono e scompaiono elementi onirici o realistici come un albero, un'altalena che scende dal cielo, una botte di vino gigante per l’ubriacatura notturna, un pianoforte che ricorda l’infanzia. Al centro della vicenda, la figura di Vanja e la vita che conduce nella casa rurale, dove arrivano un professore e la sua bellissima seconda moglie.

"Sono anime smarrite con passioni, slanci, delusioni, le stesse emozioni che accompagnano la vita di tanti - sottolinea il regista Roberto Valerio - Ogni personaggio insegue pensieri, aspirazioni, sogni, sofferenze, senza comunicarli agli altri e a sua volta sordo rispetto a quelli degli altri. Tutti desiderano il riscatto ma tutti sono incapaci di agire per ottenerlo". Si tratta di "un'opera che mette in scena le occasioni mancate e la rinuncia, basandosi su un vero e proprio meccanismo di inerzia, per rappresentare la tragicommedia della vita". Appunto, come osservava l'autore Cechov, fra commedia e dramma.

(di Enzo Bonaiuto)

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