Sostakovic secondo Petrenko, escono in cd e Blu-ray ottava, nona e decima sinfonia
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Dom, Mag

Sostakovic secondo Petrenko, escono in cd e Blu-ray ottava, nona e decima sinfonia

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"Un incredibile dramma psicologico". Così Kirill Petrenko definisce l'ottava, la nona e la decima sinfonia di Dmitri Sostakovic che affronta alla guida dei Berliner Philharmoniker in un cofanetto che contiene due cd e un Blu-ray con un'intervista video allo stesso Petrenko e una serie di saggi sul compositore.

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Edito da Berliner Philarmoniker Recordings, l'album ha una copertina realizzata dal fotografo tedesco Thomas Demand che esalta il contrasto tra la lotta di Sostakovic contro il regime stalinista e il suo desiderio di libertà, a volte sussurrato, altre urlato, che si trova nelle tre sinfonie della registrazione, effettuata durante il periodo della pandemia: la copertina esterna riproduce una fila opprimente di armadietti d'acciaio da caserma mentre all'interno trionfano le foto dei fiori del Gorky Park di Mosca.

L'ottava sinfonia in do minore, composta da Sostakovic nel 1943 ed eseguita per la prima volta nel novembre dello stesso anno con Evgenij Mravisnkij sul podio, è costruita come una sorta di 'requiem' per rappresentare il cordoglio del compositore per la seconda guerra mondiale. La nona sinfonia, del 1945, avrebbe dovuto essere patriottica per celebrare la vittoria dell'Urss completando la cosiddetta 'Trilogia bellica' composta da Settima e Ottava. Sostakovic invece scrisse una sinfonia semplice sullo stile di Haydn, irritando i vertici del Cremlino e soprattutto Stalin che la ritenne un affronto alla memoria dei caduti. E' una delle sinfonie più brevi e, secondo la critica, più riuscite del compositore russo.

La decima sinfonia, definita da Petrenko "la più grande espressione di liberazione dopo la quinta sinfonia nella produzione di Sostakovic", è stata scritta nel 1953, subito dopo la morte di Stalin. Secondo alcune interpretazioni, la violenza del secondo movimento sarebbe la rappresentazione in musica proprio della violenza di Stalin. Ma questa tesi è stata confutata da molti musicologi.

 

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