"Ho scelto di fare l'attore perché mi permette di essere un'altra persona, sempre diversa, fosse anche solo per qualche settimana sulla scena o per qualche giorno sul set cinematografico. In quel tempo, pur breve, io posso vivere la vita di un'altra persona".
E' quanto confessa all'AdnKronos l'attore Mariano Rigillo, recentemente passato dall'impersonare la drammatica figura storica e artistica di Ezra Pound all'interpretare un vecchio prete di periferia nel film 'Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto', fino a vestire i panni del giudice in 'E non rimase nessuno' tratto dal romanzo giallo di Agatha Christie, 'Dieci piccoli indiani', in scena fino al 9 gennaio al teatro Ciak di Roma.
"La trasposizione dal romanzo alla messinscena la fece la stessa Agatha Christie - ricorda Rigillo - Mi ha incuriosito molto questa offerta che mi è arrivata da un gruppo di giovani appassionati di teatro, che ho accettato subito con entusiasmo, per appoggiare questa iniziativa che ha fatto nascere il teatro Ciak dalle ceneri di un vecchio cinema, riesumando il ricordo del Teatro Stabile del Giallo. Si stanno davvero impegnando al massimo, con operazioni e proposte non scontate, con lo spettacolo d'esordio che ha segnato una scelta coraggiosa, trattandosi del 'Processo' di Franz Kafka".
Tornando a 'E non rimase nessuno', proposto nella traduzione italiana di Edoardo Erba, Mariano Rigillo è in scena con Anna Teresa Rossini nei panni della zitella e altri otto interpreti, fra cui il figlio Ruben Rigillo che è stato protagonista proprio del 'Processo' di Kafka ad alzata di sipario della stagione al Ciak e che qui è il dottore. Tutto si svolge in una piccola isola deserta, dove si ritrovano i dieci personaggi evocati nel titolo del giallo di Agatha Christie, chiamati a rispondere di crimini commessi e rimasti impuniti.
(di Enzo Bonaiuto)