Ad oltre due secoli di distanza dall'uscita del romanzo, pubblicato nel 1813, 'Orgoglio e pregiudizio' della scrittrice inglese Jane Austen continua a intrigare e appassionare il pubblico anche dei nostri giorni, come dimostrano i film - celeberrimo quello del 2005 con Keira Knightley, ultimo di una lunga serie iniziata del 1940 con Laurence Oliver, mentre in Italia si ricorda lo sceneggiato televisivo degli anni Cinquanta sulla Rai con Virna Lisi, Enrico Maria Salerno e Franco Volpi - e come dimostra ora la trasposizione teatrale firmata da Arturo Cirillo, regista e attore della messinscena in cartellone da domani e fino al 9 gennaio al teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Si tratta della prima riduzione teatrale italiana del capolavoro letterario di Jane Austen, firmata da Antonio Piccolo, che vede in scena con Arturo Cirillo un cast di attori composto da Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta. Ma perché portare a teatro e proporre al pubblico oggi un testo come 'Orgoglio e pregiudizio'? "Perché penso che la Austen sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi, perché sono affascinato dall’Ottocento e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena", risponde Cirillo.
Confessa l'attore nelle sue note di regia: "Amo molto l’ironia di questa scrittrice, il suo sguardo acuto ma anche distaccato sui suoi personaggi: mi affascina il mondo di Jane Austen, dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé. I suoi romanzi sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza alla propria epoca".
(di Enzo Bonaiuto)