'Amleto' contemporaneo di Barberio Corsetti all'Argentina di Roma
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Dom, Apr

'Amleto' contemporaneo di Barberio Corsetti all'Argentina di Roma

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E' un 'Amleto' contemporaneo quello che Giorgio Barberio Corsetti ripropone al teatro Argentina di Roma fino al 4 dicembre, con la messinscena di cui firma adattamento e regia, basata sulla traduzione di Cesare Garboli, che vede nei panni del protagonista Fausto Cabra.

Fausto Cabra è
Fausto Cabra è "Amleto" diretto da Giorgio Barberio Corsetti al teatro Argentina di Roma

 

L'impianto drammaturgico creato da William Shakespeare resta quello classico, compresa l'ambientazione nel Regno di Danimarca, ma gli attori - fra cui l'Ofelia di Mimosa Campironi, il Polonio di Pietro Faiella, il Claudio e lo spettro di Paolo Musio, la Gertrude di Sara Putignano e l'Orazio di Francesco Sferrazza - si muovono nel gioco di scatole sceniche disegnato da Massimo Troncanetti.

"Lo spettatore si ritrova immerso nel mondo scespiriano, la città di Elsinore è la nostra città interiore pervasa da passioni e intrighi", si legge nelle note di scena. "Scale sospese, salite e discese, piani inclinati, giardini nascosti, sono le tappe del percorso del principe Amleto alla ricerca del suo posto nel mondo" mentre "in questo carnevale scenografico vagano i protagonisti del dramma, vestiti in abiti contemporanei, che rincorrono pulsioni e urgenze, dando vita ai loro personaggi con il corpo e con l'anima e battendosi contro gli ingranaggi di quella macchina implacabile che li trascina verso la fine".

Spiega Giorgio Barberio Corsetti nelle sue note di regia: "Nell'eterno dramma del potere e dell'eredità della vendetta, Amleto si presenta solo sulla scena che rappresenta lo spazio della sua mente, dove trovare la determinazione per continuare a vivere nel reale, che è fatto di usurpazione e oltraggio, angosce e dubbi, torbide passioni e storie cruente. La città di Elsinore appare nella sua terribile e instancabile attività come la fabbrica dei sogni che visitiamo ogni notte e tutto ciò ci appare evidente nella luce livida del palcoscenico".

(di Enzo Bonaiuto)

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