Superlega, dopo la sentenza arrivano i 'no': club stanno con Uefa
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Dom, Mag

Superlega, dopo la sentenza arrivano i 'no': club stanno con Uefa

Sport
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(Adnkronos) - Superlega? No, grazie. La Corte di giustizia Ue apre la strada all'organizzazione di competizioni e tornei all'esterno della Uefa, ma in Europa c'è chi non ha intenzione, almeno apparentemente, di sposare l'eventuale nuovo

progetto guidato dalla società A22. Dopo la sentenza, sono fioccate immediatamente le reazioni ufficiali di chi non ha intenzione di salire sul carro. 

 

In Spagna, il presidente della Liga Javier Tevas è il primo avversario della Liga sin dal 2021. E continua a interpretare il ruolo di 'anti' con una frenetica attività sui social, in particolare con i post su X. Dalla sua parte, praticamente l'intero campionato spagnolo ad eccezione di Real Madrid e Barcellona. L'Atletico Madrid, che nel 2021 sposò inizialmente il progetto, ora ribadisce il proprio no con un comunicato ufficiale. 

Gli altri club, annunciano che scenderanno in campo con una patch speciale: 'Meritatelo sul campo', un riferimento alla qualificazione europea da conquistare con i risultati. In realtà, anche il nuovo format della Superlega è aperto e l'ammissione dipende dai risultati ottenuti nei singoli campionati nazionali. 

 

In Germania e nella Bundesliga tutto o quasi ruota attorno al Bayern Monaco. I dominatori del calcio tedesco hanno preso posizione con le parole di Jan Christian Dreesen, Ceo della società e vicepresidente dell'Eca, l'associazione dei club che è in perfetta sintonia con la Uefa. 

Difficile, quindi, aspettarsi parole diverse rispetto a quelle pubblicate: "Abbiamo preso atto della sentenza della Corte di Giustizia Europea. Tuttavia, ciò non cambia la posizione dell'FC Bayern e dell'ECA secondo cui una competizione del genere costituirebbe un attacco all'importanza dei campionati nazionali e alla struttura del calcio europeo. La Bundesliga è il fondamento dell'FC Bayern, così come tutti i campionati nazionali sono il fondamento degli altri club calcistici europei. È quindi nostro dovere e nostra profonda convinzione rafforzarli, non indebolirli. Siamo impegnati anche nelle competizioni europee per club sotto l'egida della Uefa. Vorrei quindi chiarire ancora una volta che la porta della Superlega rimane chiusa per l’FC Bayern". 

Stessa posizione è stata espressa dalla Lega calcio tedesca (DFL): "La DFL sostiene il modello sportivo europeo e dice no ad altre competizioni". 

 

La Ligue1 francese, vale a dire il Paris Saint Germain, non sale a bordo della Superlega. Il club parigino è presieduto da Nasser Al-Khelaïfi, presidente dell'Eca in ottimi rapporti con la Uefa. 

"La LFP appoggia in maniera inequivocabile le competizioni organizzate dalla Uefa. Niente può sostituire la legittimità, la credibilità e il prestigio delle competizioni europee così come sono organizzate da più di 60 anni. Siamo molto legati ai principi di merito sportivo che dovrebbero governare l’organizzazione del nostro sport: sia nell’ambito delle qualificazioni alle competizioni europee, ma anche, più in generale, ai principi di promozione/retrocessione", afferma la Lega francese. "Se il calcio è oggi lo sport più importante del pianeta è proprio perché ha saputo creare le basi per competizioni semplici, chiare e trasparenti. Niente può andare contro questo principio intangibile che è quello di poter dare a tutti il ​​diritto di "sognare" e poter raggiungere il vertice della piramide sportiva". 

 

Il nodo reale è rappresentato dalla Premier League. I club inglesi, di fatto, hanno già la loro Superlega. Il campionato vola a livelli economici irraggiungibili per le altre leghe, i diritti tv hanno valutazioni che non sono paragonabili a quelle degli altri movimenti continentali. Il 'no' alla Superlega potrebbe vacillare solo per la vocazione al business che contraddistingue molte proprietà straniere, sbarcate in Inghilterra per investire e ottenere. 

Lo sa anche il governo, che si appresta a varare una legge ad hoc: in sostanza, o si gioca la Premier League o si gioca la Superlega. All'obiettivo si giungerebbe con una riforma complessiva e con la creazione di un ente regolatore, a cui spetterebbero compiti di vigilanza sulle attività dei club e sulla sostenibilità dei bilanci. A tale ente verrebbe conferito anche il potere di vietare alle società la partecipazione a competizioni non riconosciute dalla Premier League. 

 

 

 

 

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