Floridi: "Su riforma calcio dovrebbe intervenire il Governo come in Uk"
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Ven, Apr

Floridi: "Su riforma calcio dovrebbe intervenire il Governo come in Uk"

Sport
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“È un po’ quello che diceva il sottosegretario Vezzali quest’estate, quando sottolineava la necessità di intervenire in maniera importante con una riforma a tutela del calcio”. Lo afferma Emanuele Floridi, esperto di gestione del consenso, public affair and crisis management e strategic and risk advisor, a Calcio e Finanza, parlando della riforma del calcio che secondo Floridi, deve passare per forza di cose dal governo, esattamente come avvenuto nel caso inglese.

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Nelle scorse settimane, infatti, il governo britannico ha pubblicato il “Fan-Led Review of Football Governance”, una progetto di riforma voluto da Downing Street per salvaguardare il futuro del gioco nel Paese e redatta seguendo come faro guida le opinioni e la voce dei tifosi. Del resto il calcio chiede aiuti, ma dato che si tratta di fondi pubblici essi non possono essere utilizzati senza la direzione e il controllo istituzionale. “È un po’ il modello di quando il governo italiano chiede i soldi all’Europa -sottolinea Floridi- i fondi vengono concessi, ma deve poi parametrarsi con alcune riforme che vengono richieste. È arrivato il momento che il governo porti a termine delle riforme per tutelare il sistema: deve essere fatto”.

Floridi porta poi alcuni esempi di potenziali criticità, tra cui quello delle proprietà straniere. Al momento sono sette soltanto in Serie A (Bologna, Fiorentina, Genoa, Inter, Milan, Roma e Spezia), ma senza un’adeguata regolamentazione rimangono diverse incognite sul loro operato e sulla loro volontà di rimanere a lungo termine. Un altro riguarda quello dei procuratori, che fanno uscire dal sistema risorse per centinaia di milioni di euro: tale ambito deve essere ordinato e parametrato a quello che è il progetto Fifa. Floridi esprime poi un suo commento sul rapporto tra club e calciatori. “I calciatori possono ancora fare i dipendenti dei club o devono essere trattati come aziende dentro le aziende, diventando fornitori di prestazioni?” si domanda. Il tema centrale è legato a un cambiamento sostanziale rispetto a qualche anno fa, che sta avendo luogo in maniera inesorabile: ormai la prestazione d’immagine sta superando quella sportiva. “Questo cambiamento deve essere anticipato e programmato, in modo da limitare gli eventuali effetti distorsivi”, suggerisce l’esperto.

In conclusione, se la riforma del governo inglese è in qualche modo scaturita dal “trauma” della Superlega, il calcio italiano potrebbe trarre spunto dal caos generato dalla vicenda plusvalenze per portare a termine la propria. “Quello che sta succedendo può essere trasformato in opportunità, ma con il supporto del governo: il gettito fiscale del calcio aiuta gran parte del terzo settore, sovvenziona lo sport di base di tutta la Nazione. Il fatto che anche il governo entri in campo è per tutelare questo aspetto: se il calcio ha un problema lo ha tutto il mondo dello sport”, conclude Floridi.

 

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Author: Red AdnkronosWebsite: http://ilcentrotirreno.it/Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.