Dall'utilizzo dell’Intelligenza Artificiale alla creazione di embrioni senza ovuli o spermatozoi: i nuovi sviluppi della scienza nella PMA
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Dall'utilizzo dell’Intelligenza Artificiale alla creazione di embrioni senza ovuli o spermatozoi: i nuovi sviluppi della scienza nella PMA

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(Adnkronos) - Roma, 29 maggio 2023.Si è tenuto a Malaga il 10° Congresso Internazionale IVIRMA sulla Medicina della Riproduzione, che ha riunito i principali ricercatori mondiali nella riproduzione assistita, con più di 1.200 specialisti di 57 nazionalità. Un’occasione unica in cui si è fatto il punto

sugli ultimi progressi della medicina riproduttiva, come la creazione di nuovi spermatozoi, embrioni artificiali o il ruolo dell'intelligenza artificiale nei processi riproduttivi. 

Uno dei primi studi presentati è stato “Analysis of the morphological dynamics of blastocysts after vitrification/warming: defining new predictive variables of implantation" del Dott. Marcos Meseguer, supervisore scientifico ed embrologo di IVI Valencia, secondo cui l’intelligenza artificiale può rivelarsi utile nello studio del comportamento dell’embrione nella fase di devitrificazione al trasferimento, attraverso l’algoritmo che considera il tempo e la capacità di espansione e consentendo quindi di identificare gli embrioni che hanno una maggiore probabilità di impianto. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno dei laboratori può essere di notevole importanza in quanto può permettere di fare analisi anche molto complesse automatizzando il processo di prelievo del campione da utilizzare, minimizzando i rischi connessi al possibile danneggiamento da manipolazione e aiutando nel processo decisionale del migliore embrione da impiantare. 

“La coltura embrionale prolungata e il trasferimento di blastocisti sono ormai una pratica comune- commenta Daniela Galliano medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma - che ha dimostrato un miglioramento nella selezione degli embrioni e, quindi, nelle percentuali di successo dei trattamenti riproduttivi. Questa strategia prevede la crioconservazione di tutte le blastocisti vitali e il loro trasferimento nei cicli successivi, evitando così il rischio di iperstimolazione ovarica.Questo crescente aumento dei cicli di trasferimento ritardati ha portato allo sviluppo di criteri di selezione sempre più precisi per migliorare i risultati dei trasferimenti di blastocisti vitrificati. L’analisi mediante un'intelligenza iniziale della dinamica delle blastocisti vitrificate e devitrificate potrebbe essere utile per prevedere il loro potenziale di impianto, evitando così il trasferimento di embrioni vitrificati con basso tasso di successo.” 

Le ultime scoperte nella riproduzione assistita potrebbero, inoltre, essere la chiave per la creazione di tessuti e organi che potrebbero essere utilizzati in futuro nei trapianti umani, infatti tramite la simulazione di un utero controllato elettronicamente, si è osservato lo sviluppo di modelli di embrioni sintetici completi di organi originati esclusivamente da cellule staminali tenute in coltura, eliminando quindi la necessità di originare da un uovo fecondato. Come dimostrato al 10° Congresso Internazionale IVIRMA dal team di ricercatori guidato dalla Dr.ssa Jacob Hanna, del Dipartimento di Genetica Molecolare del Weizmann Institute of Science (Israele), che ha creato cellule sintetiche di topo senza restrizioni di sviluppo e ha scoperto un potenziale per lo sviluppo embrionale ed extraembrionale in piattaforme che simulavano un utero controllato elettronicamente, generando così embrioni completi di organi.  

“L'obiettivo più realistico a lungo termine è studiare come le cellule staminali formano vari organi nell'embrione in via di sviluppo per aprire nuovi orizzonti terapeutici nel trapianto di organi. Ciò potrebbe portare alla possibilità che tessuti e organi possano un giorno essere coltivati utilizzando modelli embrionali sintetici.Ma per avere la possibilità di sviluppare cellule a scopo terapeutico, è necessario comprendere i loro meccanismi di riprogrammazione e differenziazione, osservando queste transizioni di cellule staminali durante l'embriogenesi e l'organogenesi, oltre a studiare il grado di equivalenza delle cellule in vitro con quelle in vivo.” spiega la dottoressa Daniela Galliano.  

Ufficio Stampa  

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