Sclerosi Multipla e Microbiota. Un rapporto da sanare
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Ven, Mag

Sclerosi Multipla e Microbiota. Un rapporto da sanare

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(Adnkronos) - Ripercorrendo a memoria le tappe di questo viaggio nel complicato mondo del microbiota, non si può non accorgersi di quanto, al fine di meglio comprendere i concetti di salute e di malattia, si abbia assoluta necessità di conoscere, insieme alla fisiologica biodiversità che caratterizza l’eterogenea massa microbica che alberga nell’intestino umano, le conseguenze delle sue eventuali variazioni e delle sue interazioni con l’organismo ospite e con l’ambiente che lo circonda. 

Di giorno in giorno si continua a scoprire una inimmaginabile varietà di stati patologici che, direttamente o indirettamente, dipendono dal microbiota dell’ospite. Sono inclusi nel gruppo: il cancro del colon, i disordini metabolici tra i quali soprattutto il diabete, la suscettibilità all’influenza, una più facile trasmissibilità dei retrovirus (tra i quali l’HIV), le turbe del comportamento, la demielinizzazione autoimmune tipica della sclerosi multipla. 

E’ oramai da oltre un decennio che studi accreditati e referenziati condotti su modelli animali di sclerosi multipla, ma anche di altre malattie croniche immunomediate tra le quali l’Artrite Reumatoide, orientano verso una rilevante influenza del microbiota intestinale. Si è visto, infatti, come in animali di laboratorio detti “germ-free” perché deprivati della loro flora batterica, queste patologie non si sviluppano, a meno che quegli stessi animali non vengano nuovamente colonizzati da una specifica flora batterica. Come dire, in altri termini, che malattie come la sclerosi multipla derivano da un’azione inappropriata del sistema immunitario mediata dal microbiota intestinale. 

Nella prossima puntata di “Fermenti, il segreto della vita”, in programma venerdì 29 settembre, l’immunologo Mauro Minelli, curatore della rubrica scientifica condivisa da ADNKronos Salute, illustrerà i risultati di una recentissima ricerca coordinata da neuroscienziati della Harvard Medical School di Boston che, utilizzando un probiotico frutto di ingegneria genetica, sono riusciti ad intervenire con grande efficacia in animali di laboratorio, bloccando i meccanismi immunologici che stanno alla base dei processi di demielinizzazione tipici della sclerosi multipla. 

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