(Adnkronos) - Serve "attenzione per una ragionata e ragionevole ristrutturazione della medicina territoriale" nel nostro Paese. Oggi è inoltre necessario "istituire microteam utili a rendere capillare l’assistenza e non penalizzare gli abitanti dei piccoli centri, in aree rurali e scarsamente popolate". Lo chiede, ancora una
Nel recente Accordo nazionale, "si punta su 'ruolo unico' e 'lavoro di squadra' per gettare le basi di una assistenza territoriale più efficace e capace di rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più anziana, fragile e affetta da patologie croniche, e alle tante complessità assistenziali del presente e del futuro. Si supera la distinzione tra medici di assistenza primaria (i medici di famiglia che i cittadini scelgono come medico curante) e medici di continuità assistenziale (ex guardia medica). Questo dovrebbe rendere più agile l’organizzazione della presa in carico del paziente durante tutte le ore del giorno e della notte".
Inoltre, "le embrionali forme associative (di gruppo e di rete) introdotte nel 2005 sono superate dalla adozione delle Aft (forme associative monoprofessionali) e delle Uccp (forme associative multiprofessionali), che dovrebbero assicurare a tutti i cittadini l’accesso ai livelli essenziali di assistenza, operare h24 e garantire ricette dematerializzate e istituzione ed aggiornamento del fascicolo sanitario elettronico". Per Meritocrazia Italia, preoccupa, tuttavia, "l’apertura, sottesa al nuovo accordo, rispetto all’attribuzione di maggiore potere decisionale a livello regionale e addirittura a livello aziendale. Il rischio è che si assista a un ulteriore passo verso lo sgretolamento del Servizio sanitario e il proliferare di Sistemi sanitari regionali e sub regionali diversificati, con il noto effetto di illegittima discriminazione dei cittadini in base alla Asl di residenza".